SERVIZIO DI STEFANO SICA

 

Lombardo 6. Un intervento da gladiatore nel primo tempo su Cirillo gli costa un infortunio alla spalla nella ricaduta a terra. Stringe i denti e resiste fino alla fine, sebbene la Battipagliese non lo chiami mai concretamente in causa. Tra i migliori della triste annata rossonera, merita una concreta chance tra i Pro. In bocca al lupo.

Gabbiano 5,5. Gara senza tante sbavature anche se non mantiene la posizione quando Garofalo sferra il traversone che manda in rete Agresta per il ko rossonero. In fase offensiva si nota poco ma nelle retrovie non soffre oltremisura Minnucci.

Caldore 6. Svolge il suo compito senza errori e, come Gabbiano, non osa più di tanto sulla sua fascia di competenza. Non è comunque un caso che, con la sua uscita, inizino i guai del Sorrento.

Dal 60′ D’Ambrosio 4,5. E’ la carta sbagliata giocata da Pirone. Lui, che è un mediano classico, non può fare il terzino. E infatti fallisce clamorosamente la diagonale su Compierchio lanciato a rete. Ma, al di là dell’errore tecnico, colpisce la sua ingenuità nel commettere un fallo fin troppo evidente per non essere notato, pur sapendo che gli sarebbe costata l’espulsione. Va infatti fuori due minuti dopo l’ingresso in campo e questo non è un dato incoraggiante. Anche se, nel post gara, le sue lacrime di amarezza commuovono i presenti.

Viscido 5,5. Per generosità e piglio avrebbe meritato molto più di una valutazione mediocre. Le caratteristiche solite che il mediano, ex di giornata, non lesina mai in campo. Con l’espulsione di D’Ambrosio, scala a fare il terzino sinistro e si perde malamente Agresta. Nel finale poi si fa buttare fuori per un ingenuo quanto inutile applauso all’arbitro.

Di Somma 6. Prova incoraggiante per il giovanissimo classe ’97 di Pirone. Nel gioco aereo le prende tutte lui e spesso mostra la spavalderia del veterano. E’ uno dei gioielli più appetiti che il Sorrento ha messo in vetrina in questa stagione.

Ferrara 6. Randella e non demorde quando è il caso. Il pacchetto arretrato infatti non corre grossi rischi cadendo solo per una ingenuità di D’Ambrosio ed una mancata diagonale di Viscido. Per questa ragione la prestazione del centrale casertano può dirsi sufficiente.

Polichetti 5. Fuori giornata. Privo di spunti ed accelerazioni, l’esterno di Roccapiemonte si fa vedere solo in una circostanza nella ripresa, quando sforna una conclusione assai telefonata per De Marino.

Della Ventura 5. Stavolta il suo apporto non si vede. E’ stanco e apatico, e va spesso in sofferenza davanti alla mediana battipagliese molto tecnica e composta soprattutto da due ottimi palleggiatori come Scuotto e Cirillo.

Esposito 5. Parte come prima punta ma non è proprio il suo ruolo naturale. Il ’94 di scuola rossonera è infatti elemento abituato a partire da dietro se non dalla fascia. Si scambia spesso la posizione con Elefante, in mancanza di un vero attaccante, ma non riesce mai a far male alla difesa delle Zebrette.

Lettieri 5,5. Un’occasione ghiotta gli capita nel primo tempo ma lui si lascia ipnotizzare da De Marino. Da esterno sinistro offensivo gli manca stavolta quel quid in più che lo avrebbe esaltato agli onori della cronaca come avvenuto in altre occasioni.

Dal 79′ Schiavone SV

Elefante 6,5. Si beve Aprile e confeziona un cioccolatino che lascia di sasso De Marino, magari complice in questa circostanza. Nel primo tempo il peperino gragnanese colpisce anche una traversa e appare tra i più lucidi e volenterosi. Voleva giocarsi la sua chance dopo una lunga era di anonimato, e non l’ha fallita.

Dal 68′ Ferraro SV

Pirone 5. Inspiegabile la decisione di far entrare D’Ambrosio, inadatto per caratteristiche tecniche, per Caldore, il quale necessitava comunque del cambio per un principio di affaticamento. In panchina giaceva Nello Ferraro, che in questo campionato ha interpretato tutti i ruoli di fascia, a destra come a sinistra. Perché non sia entrato lui è un mistero tutto da scoprire. Non siamo stati in grado di capirlo a causa del malore che ha colpito il tecnico avellinese a fine gara. Momenti di preoccupazione che, fortunatamente, sono rimasti tali. Probabilmente lo stress del derby e l’amarezza per una salvezza mancata, ma che sembrava a portata di mano, hanno inciso sulla sua tenuta nervosa. Lui nel miracolo ci aveva creduto e ci stava lavorando su per realizzarlo. Comprensibile il crollo emotivo. Ma imperdonabile l’errore tecnico che ha cambiato il volto alla partita. Il destino del Sorrento si è deciso evidentemente in quel momento. Ma, nonostante la retrocessione, l’onore delle armi gli va attribuito anche se, mai come ora, monta la curiosità per le troppe epurazioni che hanno contraddistinto la sua gestione. Un’altra pagina da scrivere per chiarezza e trasparenza.

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