SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI.  L’anno scorso era stato un grande colpo di mercato del Sorrento. Arrivava per rinforzare la squadra affidata a mister Chiappino con l’obiettivo di mantenere la categoria, lui che era reduce dal campionato di Prima Divisione vinto con l’Avellino. Emanuele Catania ha disputato una stagione tra luci e ombre in costiera, ci sono state partite steccate completamente ma altre in cui si è erto a protagonista, anche in termini realizzativi. Sappiamo come è andata a finire la stagione, con il mesto ritorno da dove si era partiti qualche anno prima. Il Sorrento, a fatica, è riuscito a ripartire dalla D, anche Catania ha fatto lo stesso accettando la corte dell’Akragas. Domenica ci poteva essere il suo ritorno in Via Califano da avversario, ma la squalifica glielo impedisce, chissà che non sia una buonissima notizia per Vitale e compagni. Tra l’altro, l’attuale capitano rossonero, ha indossato lo scorso anno proprio la casacca biancoazzurra sfiorando il salto di categoria. È una sfida che presenta incroci interessanti, da una parte il Sorrento deve dare continuità alla vittoria di Piraino con il Due Torri, l’Akragas, affidata a Feola dopo l’esonero di Betta, deve ritornare al successo per non perdere contatto con un Torrecuso che la sta facendo da padrone.

In vista della gara di domenica, abbiamo contattato proprio Emanuele Catania che, pur non potendo partecipare alla contesa, ci dice con che spirito i giganti sbarcheranno in costiera: “Arriviamo sicuramente pronti a questa partita. La squadra è attrezzata per disputare un campionato di vertice, proveremo a conquistare i tre punti ma siamo consapevoli che non sarà semplice. Il Sorrento, dopo aver arrancato, si sta riprendendo e presumo che, in casa, concederà sempre di meno. Ma noi, dal canto nostro, non possiamo sbagliare per non lasciare per strada ulteriori punti”. Inconsciamente, l’Akragas può sentire la pressione di non poter più permettersi un passo falso visto il rendimento sontuoso che sta tenendo la capolista Torrecuso: “Il campionato è ancora lungo, non ci preoccupa una possibile fuga del Torrecuso. Non pensiamo agli altri ma alle questioni di casa nostra. C’è tutto il tempo di recuperare il terreno perduto, il nostro primo pensiero deve andare alla partita con il Sorrento, se giochiamo come sappiamo fare, possiamo portare a casa il risultato”. Questione allenatore. La società ha deciso di dare il benservito al tecnico con cui ha iniziato la stagione per ingaggiarne uno come Feola che, ironia della sorte, lo scorso anno ha traghettato alla vittoria del campionato il Savoia, avversaria a cui i giganti hanno provato a rovinare i piani di primato. Il fatto che si sia giunti a questa decisione, significa che è stata ravvisata la necessità di dare una scossa: “Siamo una squadra costruita per stare in alto, probabilmente la società si aspettava qualcosa in più da questi primi mesi di campionato. Queste valutazioni spettano ad altri, ed è stato deciso di cambiare subito l’allenatore senza aspettare altre giornate. Noi giocatori non possiamo entrare in queste vicende, dobbiamo solo lavorare tanto e impegnarci per ripagare i tanti sforzi che la società ha profuso per allestire un organico competitivo. Poi, indipendentemente dall’allenatore, in campo ci andiamo noi e, quindi, se le cose finora non hanno funzionato a dovere c’è una responsabilità anche da parte nostra”.

All’ex rossonero chiediamo anche quali siano i problemi con cui si è ritrovata a far fronte una squadra come l’Akragas, indicata da tutti come l’accreditata più autorevole per la vittoria del campionato: “Non c’è qualcosa in particolare, o meglio di inquadrabile, altrimenti avremmo già posto rimedio. Sappiamo ciò che dobbiamo fare perché lavoriamo tanto in settimana, ma poi finisce che sbagliamo qualcosa. È capitato che abbiamo disputato due partite sottotono in casa, non dico che debba essere un campanello d’allarme perché non lo è, ma bisogna lavorare affinché non succeda più, questi punti, alla lunga, possono rivelarsi fonte di rammarico. Finora ne abbiamo comunque conquistati 14, siamo nei primi posti, il nostro organico è composto da giocatori che hanno disputato questa categoria ad alti livelli e da chi è sceso dai professionisti, forse ci manca ancora il giusto equilibrio”. Mister Feola, nella città dei Templi, ritroverà anche il suo bomber, quel Meloni che, finora, non sembra essere ispirato come nelle ultime due stagioni, in cui i suoi gol hanno fatto le fortune di Torres e Savoia, issatesi in vetta ai rispettivi gironi. Un altro motivo per riprendere il cammino: “E’ stato un messaggio forte della società, mister Feola, solo pochi mesi fa, ha stravinto proprio questo girone. Dobbiamo metterci a sua disposizione e lavorare con il massimo impegno. La vittoria di coppa Italia contro il Due Torri è stata una risposta importante e quando si vince, si viene a creare sempre quell’entusiasmo necessario che aiuta ad andare avanti”. Come scritto nell’incipit, l’anno scorso Catania è arrivato a Sorrento come autentico botto di mercato. Soprattutto nel girone di andata non è riuscito ad esprimersi secondo le aspettative mentre, nel ritorno, nel ruolo di regista disegnatogli da Simonelli, il suo rendimento è cresciuto notevolmente. Ma lui cosa si porta dietro dell’esperienza di un anno fa? “A Sorrento sono stato trattato benissimo e penso di essermi comportato bene con tutti voi. Mi dispiace molto non esserci perché mi avrebbe fatto piacere ritornare, ero anche pronto a beccarmi qualche parolina pungente. Conservo, comunque, il ricordo di una bellissima esperienza anche se l’epilogo è stato triste. Quella costiera è una piazza in cui si può lavorare tranquillamente, sono stato bene io e la mia famiglia, quindi, sarà sempre un piacere ritornare”. E’ stata una stagione caratterizzata da tante vicissitudini ma la squadra, proprio all’ultimo sprint, sembrava poter salvare i professionisti. Purtroppo, la disfatta di Frattamaggiore è stata esiziale per le sorti del Sorrento sebbene la reazione di orgoglio del ritorno, quando è stato solo sfiorato il clamoroso. Dal giocatore etneo ci facciamo dire quale fattore, per lui, ha inciso di più sulla retrocessione: “E’ stata una annata maledetta, la doppia sfida con l’Arzanese ne è stata l’emblema. In quella gara di ritorno sembravamo già spacciati, mentre abbiamo chiuso la prima frazione in vantaggio di tre reti e, nei minuti finali del match, abbiamo fallito una ghiottissima occasione per completare la rimonta. Purtroppo, hanno inciso i problemi societari, che possono rappresentare un alibi ma, alla lunga, te li porti dietro e l’aspetto mentale ne risente. Peccato perché la squadra era competitiva e sicuramente all’altezza di poter mantenere la categoria, resta un grande rammarico”.

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