SERVIZIO A CURA DI STEFANO SICA

Lombardo 7. Solita prestazione da incorniciare. Dopo un primo tempo di disoccupazione forzata, nella ripresa sfodera due interventi imponenti facendosi apprezzare anche per un anticipo provvidenziale su un attaccante nerostellato sugli sviluppi di un traversone molto teso. Concentrazione e carattere indomito: il futuro è suo, se lo vorrà.

Garbini 7. Il suo commiato da Sorrento ha le stigmate del fuoriclasse. Gara di grande applicazione e tenacia per il muro argentino dai modi sbrigativi in campo ma dal cuore tenero, con Favetta reso praticamente inoperoso. Al Sorrento mancherà uno così.

Esposito 6,5. Diagonali puntuali e perfetta interpretazione della fase difensiva. Nel primo tempo Marotta riesce ad eluderlo in un paio di circostanze per poi concludere a rete, ma lui non molla ed esegue il compito con spirito tattico ed animus pugnandi. Da terzino è una bella scoperta che risulterà utile anche in futuro.

Ferraro 7. Che a volte giochi come un veterano non è una novità. Per Longo la vita non è mai facile di fronte al gioiellino del vivaio rossonero che, peraltro, si mostra sempre ordinato nella diagonali e sfrontato nelle sgaloppate sulla fascia destra.

D’Ambrosio 6.5. Gara di grande disciplina in mediana e, talvolta, di straripante aggressività sulle seconde palle. Può certamente crescere ma per ora i riscontri sembrano positivi.

Gabbiano 6.5. Si cala alla perfezione nel pomeriggio da leoni dell’intera linea difensiva. L’ex Salernitana, che aveva esordito ad Agropoli come esterno destro, non sbaglia praticamente nulla da centrale esternando sempre sicurezza e lucidità.

Caraccio 7. Un palo su una conclusione velenosa e, precedentemente, un assist chirurgico per Vitale che coglie anche lui un legno. Dulcis in fundo, una bordata a botta sicura che a Gervasio Costanzo non resta che bloccare con un braccio in area di rigore. Il direttore di gara, il bolognese Bitonti, non vede ciò che sarebbe apparso limpido anche da distanza siderale. E il suo assistente, il partenopeo Santamarina, neanche lo aiuta. Forse anche per l’attaccante argentino, a destra nel primo tempo e a sinistra per buona parte della ripresa, questa è stata la gara del commiato. Peccato. Perchè sarà difficile rinunciare ad un giocatore della sua duttilità e del suo talento.

Visciano 6.5. Rimedia un secondo giallo abbastanza evitabile che gli costa l’espulsione e la conseguente squalifica. Gara sui suoi soliti standard, intrisa di cuore, ferocia e grande senso tattico. E’ tra gli elementi che andranno via e i rossoneri perdono contemporaneamente un mediano, un jolly difensivo e un fantasista. Il Sorrento lo rimpiangerà.

Vitale 7. Parte dai suoi piedi il contropiede fulminante che porta Polichetti al gol decisivo che stende la Frattese. Nel primo tempo ha la colpa di divorarsi una rete praticamente fatta con l’alibi, però, di un intervento maligno di un difensore nerostellato sulla caviglia, non visto dall’arbitro. Per il resto, solita recitazione da divo con un legno che gli impedisce la gioia dell’ennesimo sigillo. Capitano e trascinatore. Con lui il Sorrento perderà uno dei gioielli più forti visti in costiera negli ultimi anni.

Pignatta 6,5. Ha voglia di spaccare il mondo e la sua mobilità si avverte in attacco. Il suo recupero atletico è ancora in fieri e non sempre la continuità è quella giusta, ma l’assist al bacio per Polichetti nell’azione del gol è roba da spellarsi le mani. Quando sarà al 100% costituirà un valore aggiunto decisivo. Sempre che resti almeno lui.

Maio 6,5. Partita di grande sacrificio e dedizione. Fa il vertice alto offensivo del 4-2-3-1 rossonero e non dispiace. Reclama anche un penalty per un intervento alquanto dubbio di Raffaele Vitale. Il terzo di giornata negato al Sorrento in questo duello personale col bolognese Bitonti.

dal 27′ Polichetti 7. Match winner dal volto pulito e sorridente. Entra in campo come un assatanato, rincorrendo i palloni più anonimi e senza paura di fare a gomitate con gli avversari. Si muove senza dare punti di riferimento agli affannati difensori nerostellati. Convinto, determinato e sorretto anche da una brillante condizione atletica. “Ho avuto quest’impatto sulla partita perchè volevo far gol a tutti i costi”, la sua spiegazione. Bene così. Se poi a questo ci aggiungiamo le sue rassicurazioni sulla permanenza a Sorrento, la felicità collettiva è doppia.

dal 79′ Alison sv

dal 89′ Iuliano sv

SOSA 8. Quando un allenatore ha un intero gruppo dalla propria parte, ha già svolto egregiamente più della metà del suo compito, al di là di qualsiasi risultato. Non parliamo, poi, se qualche rossonero riesce a disimpegnarsi con profitto in un ruolo per lui inedito (Esposito e Gabbiano su tutti). Vederlo piangere prima di entrare in sala stampa per la conferenza post-gara, ha destato in chi era presente a pochi passi da lui un certo stupore. E, in tanti, anche una commozione indescrivibile per chi fisicamente non c’era. Dopo il durissimo sfogo seguìto alla pessima prestazione di Mugnano, la squadra era di fronte ad un bivio: scaricarlo o continuare ad abbracciarne leadership e dedizione. E ha scelto la seconda strada. Polichetti gli ha dedicato la vittoria e Vitale a microfoni spenti ha speso parole zuccherose per lui. Ha funzionato il 4-2-3-1 stile Benitez con quattro attaccanti puri: il suo Sorrento contro la Frattese ha divertito gli astanti e risvegliato la passione anche di quei pochi intimi per i quali il tragitto dalla propria abitazione al campo Italia è diventata oramai più una mesta abitudine che il piacere gustoso di un tempo lontano. Tutti pendono dalle sue labbra: i più navigati, che di tecnici in carriera ne hanno visti, eccome. Ed i giovanissimi, che alla sua esperienza si stanno abbeverando. Tutti, comunque, uniti dalla voglia di sacrificarsi in campo e di fare muro unico ed invalicabile contro tutte le avversità.

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