SERVIZIO DI STEFANO SICA

Lombardo 5,5. Ci mette la solita attenzione ma sul numero di Sparacello che costa la partita al Sorrento si mostra poco reattivo. Per lui è l’unica macchia di una gara senza infamia e senza lode.

Caldore 5,5. Tutto sommato con commette grandi topiche ma, come il suo compagno di reparto Ferrara, non brilla su qualche traversone alto dei siciliani. La difesa, anche se rischia poco, sembra talvolta in affanno e in balìa delle accelerazioni del team di Bellinvia.

Ferrara 5,5. Può fare certamente meglio. Con Caldore, con cui formerà l’asse difensivo nel prossimo mese, complice l’improvviso infortunio a Ciampi, ha bisogno di trovare i meccanismi giusti. Come Sebastian, tuttavia, non incappa in vistosi errori.

Schiavone 5. Un bel lancio per Majella nel primo tempo, poi nulla più. Gara da chi l’ha visto. Si perde nell’anonimato del tridente che si disimpegna alle spalle di Majella.

Ferraro 5,5. Si fa apprezzare per le consuete scelte di tempo nelle diagonali (una gustosa nel primo tempo), ma sulla gara pesa come un macigno l’erroraccio nel secondo tempo a pochi passi da Mannino. L’impegno però non manca mai, anche se accompagnato dalla solita dose di eccessiva irruenza.

Viscido 5. Incerto e impreciso per larghi tratti della gara. Alla squadra dovrebbe dare una qualità maggiore e anche un pizzico di geometrie in più. Ma i valori tecnici li ha e potrà farli ammirare col tempo. Rimandato.

Esposito 5,5. Da terzino non spinge come fatto egregiamente altre volte. Le sovrapposizioni latitano e il suo apporto in fase offensiva è inesistente. Non sempre puntuale, peraltro, nelle coperture.

D’Ambrosio 5. Non incide quasi mai e il centrocampo formato da lui e Viscido si rivela assai inconsistente, con poca anima e scarsa qualità. E spesso consente ripartenze brucianti agli ospiti.

Dal 52′ Lettieri 5,5. Non prova mai qualche inserimento in avanti, come pure sarebbe nelle sue corde. Deve crescere fisicamente e nella tonicità. Ma le sue qualità sono ben note ai tifosi rossoneri.

Pignatta sv
Dal 13′ Simeri 5. Il ragazzo fa tanto movimento sul fronte d’attacco, ma corre spesso a vuoto. In ogni caso si mostra più dinamico rispetto a Polichetti e Schiavone. Ma il suo peso specifico è pari a quello di una piuma sballottata da un vento gelido di inizio inverno.

Polichetti 5. Da uno come lui è lecito aspettarsi di più. Vive un pomeriggio di anonimato completo, corre poco, tende a nascondersi ed è totalmente avulso dal contesto della gara. Appannato e con scarsa vena.

Dal 72′ Viscovo 6. Entra e si piazza come ala destra con facoltà di sfondare sul lato di Zingales. Il baby ex Manfredonia prova a vivacizzare il gioco e a creare la superiorità. Insomma, ci mette tanta grinta, anche se alla fine serve a poco per sbloccare la sterilità dell’attacco rossonero.

Majella 6. Partita di cuore e tenacia la sua. E’ l’ultimo ad arrendersi e l’unico a creare qualche grattacapo alla retroguardia siciliana. Gioca sempre di prima e a volte si inventa cambiamenti improvvisi di gioco che è uno spettacolo. Reclama pure un rigore che probabilmente c’è per un contatto con Mannino.

Sosa 5,5. Questo non è il suo Sorrento. I rossoneri sono la parodia di quella squadra che, almeno in casa, proponeva un bel gioco e brillava per fame e carattere pur non portando sempre a casa il risultato. Il nuovo Sorrento nato dalle epurazioni eccellenti di Vitale, Caraccio, Larosa, Visciano e Garbini, non ha la grinta del Pampa e la sua voglia di sfondare. Troppo demotivati e svogliati i rossoneri visti contro la Tiger Brolo. E grave che neanche l’intervallo abbia portato consiglio. Un deficit mentale che non può non chiamare in causa anche l’allenatore. Si gioca le sostituzioni come può, considerate anche le scarne soluzioni in attacco e in mediana. Il tecnico argentino può comunque contrapporre alcuni alibi di ferro: l’organico, soprattutto per quanto concerne il reparto offensivo, gli è stato indebolito e questo di certo non è colpa sua. Con un gruppo così rivoluzionato, e parzialmente impoverito, sarà chiamato a vincere l’ennesima scommessa. Come se un destino beffardo lo avesse costretto ad iniziare un altro campionato a gennaio. A fine gara non ha parlato altrimenti, per un fattore di coerenza, scommettiamo che avrebbe decantato un endecasillabo ben più sgradevole di quello urlato a Mugnano. Tuttavia, se le strade del mercato sono infinite (almeno si spera), quelle verso la salvezza non sono tali. E a un Sorrento così nessuno toglierà l’ignominiosa coda dei play-out senza un deciso cambio di mentalità e qualche intervento di prestigio sulla rosa. Alzi la voce con chi di dovere se davvero vuole salvare il Sorrento. A salvaguardia di questa maglia e della sua stessa posizione professionale

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