Pronto, è Gigi Pezzella?
“Sì, prego”.

Qui è TuttoSorrento.com. Sei disposto a parlare un po’ della gara di domenica e dei tuoi trascorsi rossoneri?
“Per Sorrento e i sorrentini sono sempre disponibile”.

Dalla tua risposta, deduco che Sorrento ti è rimasta nel cuore…
“Assolutamente sì. Anche se, una cosa devo dirla”.

Prego.
“Sono rimasto male dell’accoglienza a me riservata , quando sono tornato al campo Italia con l’Avellino, da avversario”.

Cos’è successo?
“10-12 tifosi hanno urlato cose poco carine al mio indirizzo. Si tratta di una minoranza, per carità. I veri tifosi sono altri e in costiera sono tanti. A Sorrento ho tanti amici e i rapporti restano sempre di grande stima e cordialità. Ma quelle parole in libertà, da parte di quel gruppetto di persone, mi ha fatto male”.

Di cosa ti accusavano?
“Mi urlavano traditore, forse per i miei trascorsi con la Juve Stabia. Ma io non ho mai tradito Sorrento. Andai via, è vero, ma scelsi Foggia”.

Come andarono le cose?
“Nell’estate del mio trasferimento in Puglia, il presidente Giglio lasciò Sorrento, per guidare la Juve Stabia. Io non feci parte della truppa di ex rossoneri passati a Castellammare. La società di Gambardella e Castellano cercò di blindarmi, facendomi firmare, addirittura, un contratto triennale a cifre importanti. Ma a Sorrento avevo praticamente terminato un ciclo di otto anni splendidi, un “crescendo” di emozioni e di vittorie, che ci proiettarono dai dilettanti alla terza serie professionistica. Sentivo la necessità di cambiare, trovare nuovi stimoli, nell’interesse mio e della società stessa. Scelsi un progetto altrettanto importante, come Foggia: una piazza importante, un blasone eccezionale. Se avessi ragionato da ‘mercenario’, sarei rimasto a Sorrento, ‘crogiolandomi’ nella certezza di un contratto triennale. Andai a Foggia, sottoscrivendo soltanto un anno di contratto”.

E, in seguito, arrivò la chiamata della Juve Stabia.
“Assolutamente. Risposi sì, ma non certamente per tradire la città di Sorrento. Sono un calciatore, la mia professione è giocare a calcio per chi mi offre un’opportunità lavorativa. In quella scelta, non c’entra nulla la rivalità calcistica tra due tifoserie come Sorrento e Castellammare. Oltretutto, quando vestivo la maglia del Foggia, nella finestra di mercato di gennaio, si aprì una trattativa per riportarmi a Sorrento. Non se ne fece nulla. Ma questo dimostra che Sorrento, dopo Foggia, in quegli anni, è sempre stata la mia prima scelta”.

A distanza di anni, rifaresti la stessa scelta? Lasceresti Sorrento per Foggia?
“Non so, domanda difficile. Avevo 27 anni, avevo dato tantissimo al Sorrento. E il Sorrento e Sorrento avevano dato tantissimo a me. Avevo bisogno di nuovi stimoli: fu una scelta legata ad una logica esclusivamente professionale. Forse rifarei le stesse cose. O forse no. Non saprei, onestamente”.

Qual è il ricordo della tua esperienza sorrentina? Esperienza conclusa, tra l’altro, con la fascia di capitano…
“Felicissimo di essere stato protagonista di quel progetto vincente che ci portò dai dilettanti alla serie C1. In quegli anni, giocavamo davvero un bel calcio. Sotto un profilo personale, ricordo l’ultima stagione rossonera, con allenatore Morgia, tra le migliori della mia carriera sportiva. Sfiorammo i play off con una squadra arcigna, ma non quotatissima per la categoria. Un mezzo miracolo. Nella mia carriera, ho vinto anche ad Avellino e a Castellammare di Stabia. Ma le vittorie di Sorrento hanno comunque un sapore speciale: furono i miei primi successi importanti. Quella squadra veniva dai dilettanti, e la tifoseria non vedeva il professionismo da un ventennio…”.

A proposito di tifoseria, dei supporter sorrentini, invece, che ricordi hai?
“Bellissimi ricordi. Ammetto che, negli anni delle due promozioni, fu davvero suggestivo vedere le strade della costiera decorate di rossonero”.

Un giorno, ti farebbe piacere tornare a Sorrento?
“Ora sono in una grandissima piazza. Dopo Sorrento, Castellammare e Avellino, voglio vincere anche a Caserta”.

Speriamo non da domenica prossima.
“E, invece, ti sbagli. Vogliamo fare risultato a tutti i costi. Siamo ‘incazzati’, motivati, anche perché la fortuna, nelle ultime uscite, ci ha voltato le spalle. Ci mancano i punti delle partite contro l’Ischia e contro il Cosenza. E dobbiamo assolutamente invertire la tendenza: siamo una compagine importante, costruita per vincere. A Sorrento troveremo una squadra in salute, che viene da due ottimi risultati. Ma noi siamo motivati…”.

Gigi, grazie della tua disponibilità.
“Grazie a TuttoSorrento.com. A domenica…”

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