SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. Qualcuno si dovrà pur prendere le responsabilità, anche se lo scaricabarile va avanti da tre anni, con il Sorrento che rischia di sprofondare negli abissi dell’Eccellenza. Dal sogno serie B all’incubo di precipitare tra i dilettanti regionali, si è costretti a dover rimpiangere il mancato fallimento. Dopo il ridimensionamento con le disimpegno dei Gambardella, si sapeva che bisognava tirare la cinghia ed è arrivata la prima retrocessione dopo un anno passato interamente tra i bassifondi. In una categoria inferiore, chi auspicava un Sorrento più autorevole si è dovuto ricredere: ancora bassifondi e retrocessione. Almeno in serie D, si sperava in qualche soddisfazione in più, macché! Peggio degli ultimi due anni, se prima erano squadre come Avellino, Latina, Teramo, Casertana ad espugnare il “Campo Italia”, ora lo fanno il Noto, la Nuova Gioiese, la Tiger Brolo, fortunatamente l’Orlandina non si è presentata. L’ultima squadra ad essere corsara in costiera è stata la Neapolis, e lo spettacolo offerto sul rettangolo di gioco è stato talmente avvilente che mister Cioffi ha alzato bandiera bianca in segno di resa. Si è dimesso il tecnico irpino, consapevole che non avrebbe potuto cavare sangue dalle rape e quel briciolo di entusiasmo accesosi con il suo ritorno, subito si è spento. Ed è stata una doccia gelata, anche per quei tifosi storici che erano ritornati allo stadio, vedere questo Sorrento fa male al cuore e chi lo ama preferisce non ferirsi da solo. Già contro il Roccella, la stampa calabrese ci aveva parlato di un Sorrento ai limiti dell’imbarazzante, incapace di rendersi pericoloso contro un’avversaria tutt’altro che in palla e in inferiorità numerica di due uomini. Contro la Neapolis si è perso di misura ma il contesto è stato davvero da terra alla deriva. Mister Cioffi si è riscoperto impotente, ma era tutto prevedibile visto che anche Chiancone, con il suo frasario colorito, aveva detto che questo organico era poca cosa. E pensare che, prima di dicembre, la squadra non era affatto male, era altalenante nei risultati ma, almeno in casa, offriva prestazioni di grande cuore e orgoglio. Tutto questo nonostante i molteplici disagi che sottraevano serenità ed energie mentali ai giocatori, lì c’era ancora un’anima, quella che si è persa con lo stravolgimento pre-natalizio. La conseguenza è quella di ritrovarsi un Sorrento che non riesce a segnare con una doppia superiorità numerica e che perde mestamente alla prima in casa con il nuovo allenatore e il nuovo presidente. Di solito, queste ventate di novità fanno andare oltre i propri limiti, ma evidentemente quelli di questo Sorrento sono tali da rendere infruttuosa qualsiasi scossa. E non può bastare il quarto allenatore del campionato, a mister Pirone non resta che augurare buon lavoro, ci sono da salvare dignità e professionalità.
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