SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. La rabbia è ancora tanta. I tifosi del Sorrento stanno sfogando tutta la loro frustrazione sui social network, sono molteplici le conversazioni in cui si dà la stura a tutta l’amarezza post-Frattamaggiore. Eh sì, perché tutto ci si aspettava, ma non di essere già tagliati fuori dalla possibilità di salvarsi. Servirebbe un miracolo sportivo, nel calcio tutto può succedere ma, la condizione mentale dei rossoneri, tutto fa pensare eccetto ad una riscossa veemente. Il principale imputato per i sorrentini è l’allenatore Gianni Simonelli tacciato di essere un perdente che si prepara a “collezionare” l’ottavo spareggio fallito nella sua carriera. La rabbia è proprio quella di essere già avviliti prima di giocare la gara di ritorno, considerata ormai una formalità visti i quattro gol da recuperare. Peggio non si poteva fare perché, del resto, è proprio così, ci si è dovuti accontentare di non subire altri due o tre gol nella ripresa. E di questo bisogna essere grati ad un’Arzanese generosa e caritatevole, impensabile che possa venire al “Campo Italia” concedendo la bellezza di quattro gol. Prevale lo sconforto e la sfiducia tra i sorrentini che, peraltro, vedono anche un futuro nebuloso per il calcio in costiera. C’è l’incognita di ciò che potrà avvenire per la prossima stagione, non c’è neanche mezza certezza, tutto è da scoprire ed è proprio questo che spaventa. Quanto di spoetizzante è avvenuto domenica allo “Ianniello” è stata solo la sintesi di due anni di approssimazione e negligenza, due anni in cui ogni ambizione è precipitata fino a trasformarsi nello spettro del dilettantismo ormai incipiente. Ma anche per tornare nella quarta serie ci vuole una decenza. I tifosi sono stufi, alla ripresa degli allenamenti hanno deciso di esternare il loro malcontento alla squadra, in questi casi bisogna essere fiduciosi? Un corno! Come si può dare fiducia a chi ha provocato tale scempio? Come si può dare fiducia a chi si fa umiliare a pochi chilometri dalla propria dimora senza neanche chiedere scusa? Altri tifosi ancora, hanno deciso che domenica non saranno allo stadio, perché non vorrebbero assistere ad un film già visto. La sola prospettiva non fa altro che terrorizzare. Ecco, c’è voluto del tempo per far ritornare una parvenza di entusiasmo, perché si potesse riacquistare un briciolo di credibilità, ma tutto è andato in frantumi nel momento decisivo. Quando bisognava mostrarsi degni di fiducia e non indegni di rappresentare una storia gloriosa. I sorrentini ne hanno ben donde ad essere inviperiti verso i responsabili di una disastro immane, perché hanno contaminato il terreno dove germogliavano le speranze. Ora si respira un clima di disillusione, di scoramento, di mortificazione. A Sorrento monta la protesta e sale la tensione, c’è chi si sente tradito e si augura un repulisti generale. Ci si chiede che aria tirerà domenica al “Campo Italia”, che nessuno si lamenti se non sarà quella delle grandi occasioni, sarebbe preferibile interrogarsi sui motivi…

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