SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. C’era solo un risultato a disposizione, vincere avrebbe significato sperare ancora, impattare o addirittura soccombere poteva compromettere tutto. Dopo un po’ di fatica, con un Melfi giunto in costiera per ben figurare, il gol di Imparato ad inizio ripresa, ha reso la strada in netta discesa e si è potuto brindare ad un successo fondamentale che proviamo ad analizzare.

LA PARTITA. Chi si aspettava un Melfi remissivo è stato subito smentito. I gialloverdi non lasciavano spazio ai costieri, il pacchetto arretrato faceva buona guardia, Danucci e compagni fraseggiavano tra di loro, ma non riuscendo ad imprimere la giusta velocità alla manovra. Così, i lucani si difendevano senza troppi patemi, non disdegnando neanche qualche sortita offensiva. Certo, non ci si trovava di fronte una squadra agguerrita, disposta ad affondare i denti pur di imporsi, ma si era avuta la sensazione che, senza cambiare marcia, ci si sarebbe impantanati. Il primo tempo è terminato a reti inviolate, è vero che il Sorrento ci aveva messo un po’ di determinazione in più, ma in campo regnava l’equilibrio. Non che si respirasse preoccupazione sugli spalti all’intervallo, ma ci si chiedeva se un punto sarebbe bastato per conquistare gli spareggi. Si dava fiducia alla squadra, si era sicuri che sarebbe ritornata in campo con un piglio più aggressivo pur di prevalere, ma meglio cautelarsi contemplando anche il peggio. Non si sa mai, quando le stagioni sono sfortunate, si può arrembare ininterrottamente in partite clou, con la palla che non ne vuole sapere di entrare. Non si sapeva quanta fatica si sarebbe sprecata, del resto si era consapevoli di avere di fronte una squadra, già salva, ma sempre dal miglior rendimento esterno. E che, tra l’altro, pareva voler onorare il primato.

LA SVOLTA. E’ arrivata dopo una serie di calci d’angolo, dopo i due battuti dalla sinistra del portiere, quando si è cambiato bandierina, Imparato è come se avesse trovato l’ispirazione. Mirava ad uno spazio preciso della porta, ha calciato e il pallone s’è insaccato. Un capolavoro. L’ex Paganese ha esultato a più non posso, come se non credesse ai propri occhi. Intanto si era in vantaggio. Finalmente, mancava ancora un’eternità alla fine della partita ma l’inerzia era tutta a favore dei costieri. Il Melfi era rintronato, avrebbe voluto mantenere il risultato inchiodato sulla parità e, infatti, il Sorrento ha preso il sopravvento. Si è sbloccato anche Innocenti, e a far calare il sipario sulla partita è stato il solito Maiorino, al suo tredicesimo centro. Una stagione sontuosa per lui, condita da gol di ottima fattura e prestazioni da applausi. Ma non deve assolutamente cullarsi sugli allori, perché mai come ora serve dare il massimo per non steccare. Il bellissimo fendente al volo di Cruz è servito solo per ammirare una prodezza balistica senza incidere nell’economia della partita.

LA SOLITA STORIA. Prima di addentrarci negli scenari futuri, è doveroso commentare quanto di spiacevole, ahinoi, si è verificato durante la partita con il Melfi. Avvilente più che spiacevole. Sconfortante, si potrebbe aggiungere. La pioggia abbattutasi sulla costiera ha fatto sì che, la gente presente sulle gradinate, abbandonasse la struttura, mentre qualche stoico si rifugiava sotto la Curva Nord. Tutto questo tra la sordità e l’inanità dell’amministrazione, che sembra aver bandito la ristrutturazione del “Campo Italia” sacrificandola sull’altare di una lista di priorità tesa ad ingraziarsi gli elettori. Intanto, il calcio a Sorrento è diventato sempre più causa di imbarazzo per un campo che non potrebbe ospitare neanche le partitelle settimanali di qualche buontempone. Ormai il dado sembra tratto: dai palazzi della politica locale c’è una totale indifferenza verso il calcio, visto più come un ostacolo che come un fattore di sviluppo. Saremo condannati a pregare che, ad ogni partita, il tempo sia clemente? Quello di Sorrento deve assurgere agli “onori” della cronaca per essere l’unico stadio in cui, la presenza delle nuvole in cielo, crei più apprensione degli avversari in campo? Arriveremo al punto in cui, dopo una brutta sconfitta, ci si può consolare dicendo: “Almeno non ci siamo bagnati”. E’ vero che nella vita bisogna accontentarsi di piccole cose, ma non di quelle assurde…

BASTA UN PUNTO. Ne basta uno a Castel Rigone per blindare la partecipazione agli spareggi, ma logica imporrebbe di andare a vincere in terra umbra per un fatto sia di autostima che di collocazione nella griglia. Sarà importante assicurarsi il ritorno in casa, almeno in semifinale, ma senza fare preferenze di avversaria. Gli spareggi sono una lotteria, quella sulla carta più abbordabile, può risultare la più insidiosa. La consapevolezza è che il Sorrento non sia inferiore a nessuna, anzi, probabilmente ha qualcosa in più rispetto alle altre. Lo testimonia anche il rapporto tra gol fatti e segnati, i costieri possono vantare un +2 a fronte del +1 del Martina Franca, lo 0 del Tuttocuoio, il -6 dell’Aprilia, il -7 dell’Aversa Normanna, il -8 dell’Arzanese e il -1 di un Chieti che pare ormai rassegnato alla retrocessione. Differenze minime che, però, fotografano una realtà inconfutabile. Non si possono fare percentuali, ma il Sorrento deve sfruttare le possibilità di mantenere la categoria. Guardia alta per domenica prossima, poi lucidità e nervi saldi.

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