SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. Giornata di sole sulla costiera. Un gran caldo, non c’è quella brezza che era prevista, l’aria è afosa e fuori lo stadio non si respira neanche il clima delle grandi occasioni. Come se ci si fosse già rassegnati, come se la speranza fosse diventata preda dei venti. Sul rettangolo di gioco le due squadre effettuavano il riscaldamento, Simonelli, in tuta come suo solito, fissava i suoi uomini e passeggiava nervosamente, mentre Marra, in giacca, non si allontanava dai suoi giocatori. Anche sugli spalti, il clima non era rovente, c’erano i soliti fedelissimi che, nonostante tutto, volevano essere presenti anche dopo l’infausta partita di Frattamaggiore. Tutto era pronto, poteva iniziare, ma vuoi vedere che…?

 LE EMOZIONI DELLA GARA – Neanche il tempo di iniziare e vediamo un Sorrento arrembante ai massimi livelli: tiro di Maiorino e palla sotto l’incrocio dei pali. Rossoneri in vantaggio! Sullo stadio si leva un boato di incredulità, c’è chi urla: – 1! Ma allora ci crediamo? É una domanda, che facciamo? Ci crediamo? Be’ ora ci troviamo, il calcio è pazzo, il Sorrento è pazzo, che sia pazza anche questa domenica? Azione successiva e doppio palo. Incredibile! Che rabbia. Dopo due minuti si poteva stare già in vantaggio di due gol, l’Arzanese è completamente inebetita, paralizzata da un impatto choc. Ma che peccato il gol sfiorato! Con un po’ di fortuna orma si era spianata la strada per il miracolo sportivo. È meglio non alimentare illusioni, è stato segnato solo un gol, ne mancano tre, ne siamo capaci? Il Sorrento attacca a ritmi forsennati, gli avversari sono in panne, cercano di opporsi ma arrancano. Maiorino fa vedere i sorci verdi ai suoi dirimpettai, Improta sembra devastante, Innocenti è sempre un po’ lento nei movimenti quando ha la palla tra i piedi ma la sua presenza è ingombrante in area. C’è Terminiello che le prende tutte di testa, Benci e Caldore non lasciano neanche le briciole, Danucci e Catania sembrano in palla, D’Anna è uno stantuffo sulla sinistra, anche Canotto è  molto vivace. Va tutto bene, ma servono i gol. Siamo al 23′, dagli sviluppi di un calcio d’angolo, la palla è in area, Improta ci mette lo zampino ed è 2-0. Boato al “Campo Italia”, chi è venuto da Arzano inizia a vedere i fantasmi: “I soliti problemi, non riusciamo mai a gestire un vantaggio”. La situazione s’è capovolta, il Sorrento deve battere il ferro finché è caldo. L’Arzanese continua a sbandare e Improta sale definitivamente in cattedra, lui che è stato in ombra per tutta la stagione. 41′: l’ex Melfi si smarca fuori area, inquadra la porta e tira verso Fiory, la palla viene deviata e finisce nel sacco. 3-0: apoteosi! Si va all’intervallo nella migliore delle condizioni, la squadra rientra negli spogliatoi tra gli applausi della gente. Ci sono 45′ di tempo per segnare un solo gol. E chi se l’aspettava, l’entusiasmo è a mille, quei volti ambigui di inizio gara ora trasudano speranza. E il tutto si mette ancora più in discesa ad inizio ripresa, passano pochi secondi e l’arbitro manda Patti sotto la doccia per doppia ammonizione. C’è da profondere l’ultimo sforzo e l’impresa è compiuta, ma di quella verve e di quella intraprendenza della prima frazione non c’è neanche l’ombra. L’Arzanese è tutta asserragliata nelle retrovie a difesa del gol di vantaggio, i costieri devono trovare il modo per scardinare quel bunker. Ma la stanchezza prende il sopravvento, ci si affida a lanci lunghi dove Caso e Polverino spadroneggiano, nel finale è Innocenti ad avere l’occasionissima ma il tiro è troppo centrale. Al triplice fischio, regna la delusione per un miracolo sportivo che sembrava lontanissimo ma che è stato sfiorato.

 LE CAUSE DELLA RETROCESSIONE – Sono tanti i motivi di rammarico. Il Sorrento è stato defenestrato da un’avversaria che è stata battuta tre volte su quattro, pesa solo la disfatta dello “Ianniello”. Incredibile come questa squadra possa cambiare spirito e atteggiamento nel giro di una settimana, è stata un po’ la sintesi di tutta la stagione, quando si soccombeva in casa con l’Ischia e poi si andava a vincere in casa proprio dell’Arzanese. Si pareggiava in casa contro un Gavorrano ad un passo dalla retrocessione e poi si andava a sbancare Chieti. Nella settimana decisiva, la prima partita è stata da horror, la seconda quasi impeccabile. Lo stesso si può dire dell’Arzanese che, però, ha difeso strenuamente un gol di vantaggio e ora si giocherà la permanenza in Lega Pro contro il Tuttocuoio. Ecco, il Tuttocuoio il cui tecnico, dopo aver perso al “Campo Italia” nell’ultima parte del campionato, ha dichiarato la netta superiorità del Sorrento meravigliandosi di come non avesse disputato un campionato di vertice. Intanto i conciari sono in finale e i rossoneri fuori dai giochi. In un certo senso, sono condivisibili le parole di Simonelli in sala stampa, quelle secondo cui il ritardo accumulato nella prima parte della stagione sia stato un fardello che ha gravato sulle spalle dei giocatori. Infatti, dopo un anno intero di confronto con i giornalisti di tutte le avversarie del Sorrento, possiamo affermare tranquillamente che, molte squadre, hanno impostato il campionato proprio su una grande partenza per poi gestire i momenti di calo senza la pressione di dover rincorrere a tutti i costi. Questo è riuscito solo al Messina che, cambiando completamente volto a gennaio e con una società solida affidata all’esperienza di patron Lo Monaco, ha cambiato marcia dopo un girone d’andata non entusiasmante issandosi addirittura in vetta. Al Sorrento è mancata una componente principale: l’armonia interna. L’ha dichiarato anche Simonelli, ci si scannava tra se stessi, come si può pensare di raggiungere un obiettivo quando ci sono lotte intestine in seno ad una compagine dirigenziale? Che le responsabilità siano da ascrivere anche all’allenatore, è fuor di dubbio, ma sarebbe poco onesto intellettualmente fare del prof. di Saviano l’unico capro espiatorio su cui scaricare le frustrazioni di un’altra retrocessione. La confusione societaria è stata troppa, il caso ha voluto che il protagonista della partita con l’Arzanese fosse Improta lui che, a gennaio, aveva le valigie pronte e, solo la dabbenaggine di una trattativa non andata a buon fine, ha fatto sì che il giocatore restasse ancora nella terra delle Sirene. La speranza è si possa ripartire in fretta, indipendentemente dalla categoria, ma la gente non ne può più di alcuni dirigenti che hanno provocato questo sfacelo. Ci vuole un repulisti generale, una ventata di freschezza e novità, un progetto che convinca i tifosi e che li renda partecipi di un nuovo corso. Bisogna voltare capitolo per mettersi alle spalle questi ultimi anni di cocenti delusioni, Sorrento merita di più.

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