SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. È successo che il Sorrento sia ritornato in salute. Ed era quello che ci si augurava visto che, soprattutto dopo Ischia, non si poteva parlare più di crisi ma di profonda agonia. Sembrava lenta, logorante, sempre più umiliante. La tifoseria aveva teso la mano, aveva deciso di sostenere la squadra più da vicino, in un derby, una gara che avrebbe potuto rappresentare la svolta e il rilancio ma che ha mandato la gente su tutte le furie. Invece, proprio quell’onta che aveva fatto toccare il punto più basso, ha responsabilizzato la squadra che si è ritrovata a raschiare il fondo del barile scovandovi risorse inimmaginabili.

È successo che si è andati a vincere l’ultimo derby che presentava il calendario, in casa dell’Arzanese. Era uno scontro diretto, perderlo avrebbe annichilito qualsiasi velleità di risalita. Così, il blitz firmato da Maiorino al “Ianniello” di Frattamaggiore, ha rinvigorito la squadra anche se, il pari interno con il fanalino di coda Gavorrano registratosi solo una settimana dopo, era l’ennesimo passo falso dopo una infinita collezione che aveva portato ad una classifica deficitaria e al disamore della parte storica della tifoseria.

È successo che si è andati a vincere in trasferta. Due volte nel giro di una settimana. Chieti e Teramo: campi proibitivi sulla carta. Allo stadio “Angelini” è sceso in campo un Sorrento feroce, avanti di due gol dopo 17′. Teatini rintronati e costieri in pieno slancio. Erano furiosi i colleghi abruzzesi al termine di una partita imbarazzante da parte della squadra di De Patre, mentre si faceva un plauso alla prestazione coriacea e generosa dei rossoneri. Poi sul campo della capolista Teramo, è stata disputata una partita da applausi. È vero che i biancorossi di mister Vivarini hanno avuto un approccio soft alla partita: ritmi compassati e poca verve da parte loro, mentre un Sorrento ordinato e concentrato è passato in vantaggio con Catania per poi condurre in porto la gara senza troppi affanni. In trasferta il rendimento era esaltante, ma al “Campo Italia” si materializzavano spettri sinistri.

È successo, invece, che anche in Via Califano la squadra abbia mostrato più smalto e lucidità. L’ha fatto contro il Foggia, vincendo meritatamente e incamerando la terza vittoria consecutiva, la quarta nelle ultime cinque gare. Anche i dauni, così come il Teramo, non è che abbiano affrontato la sfida con grande furore agonistico. Si sapeva che le squadre ad un passo dalla salvezza a poche giornate dal termine, avrebbero un po’ frenato la loro cavalcata lasciando qualche punto per strada. Ma sulla bontà dei tre punti, non c’è molto da obiettare, sono arrivati giustamente.

È successo che il match winner della gara vinta contro gli uomini di Padalino, sia stato lo stesso dell’impresa di Teramo: Emanuele Catania. Ancora una volta di testa, come se fosse diventata la sua specialità della casa. L’ex Avellino è stato inventato play maker da mister Simonelli e, in coppia con Danucci, forma un centrocampo di esperienza e piedi buoni.

È successo che la retroguardia sia rimasta inviolata per la terza partita consecutiva, mentre ha subito una sola rete nelle ultime cinque uscite. Numeri importanti che certificano la ritrovata solidità difensiva, mentre è in attacco che le polveri sono ancora un po’ bagnate. Difficilmente questa squadra realizza più di un gol a partita, con Simonelli al timone, è successo solo due volte (contro Tuttocuoio e Chieti). Contro il Foggia, c’è da dire, che sono state create le occasioni per mettere al sicuro il risultato, grida ancora vendetta l’ottimo intervento di Narciso sul tiro di Maiorino, ritrovatosi a tu per tu con il portiere avversario. Su questo bisogna lavorare, anche per ammissione dello stesso tecnico.

È successo, e forse questo è il dato più importante e che rallegra maggiormente i tifosi, che il Sorrento si sia collocato al nono posto in virtù di questo filotto di cinque risultati utili consecutivi. L’attuale posizionamento in classifica significa spareggi, quelli in cui si lotterà fino all’ultimo spasimo per mantenere la categoria. Inutile rimarcare il passo avanti dopo che si pensava all’imminente inabissamento tra i dilettanti. Come se, d’emblée, si fosse riaccesa la speranza sull’onda della quale si sta verificando, solo in questo rush finale, ciò che sarebbe stato utile fare un po’ prima. Probabilmente, si sarebbero evitate molte ambasce, anche l’ammutinamento dei tifosi, e a quest’ora staremmo parlando di una squadra in piena zona salvezza diretta. Che, però, dista solo quattro punti, l’ottavo posto è occupato dalla Vigor Lamezia, sarebbe così folle farci un pensierino? C’è da dire che nella nebbia a gl’irti scogli della costiera, da sotto il maestrale, piovigginando saliva il vero Sorrento che serve per questo finale. Quello che servirà nella gara di Martina Franca, lì ci si troverà di fronte una squadra anch’essa motivatissima e in piena lotta per la permanenza in categoria, non bisogna assolutamente steccare. Sarà la gara della verità.

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