Destinati a soffrire. Sì, per i sorrentini, da anni, è una sofferenza perenne, costante, insopportabile. Può risultare sgradevole e irritante appellarsi alla sfortuna accanita contro il Sorrento, ma davvero è qualcosa di assurdo. Questa squadra non merita i soli tre punti in classifica dopo quattro giornate: a Marcianise si è stato condannati da un episodio, ad Agropoli c’era stata una grande reazione pareggiando allo svantaggio prima che l’espulsione condizionasse il prosieguo della partita e la condizione fisica vanificasse lo sforzo di non capitolare. Contro la Nuova Gioiese doveva essere la partita del riscatto, invece, si è trasformata in quella della rabbia. L’approccio alla sfida non è stato dei migliori, anche in settimana non è che fossero arrivate buone notizie con l’infortunio di Visone, il cui impiego era necessario specie dopo la squalifica a Iuliano. La coppia in mediana Alison-Volpe sembrava non formare la diga richiesta prima di crescere sensibilmente durante l’arco del match. Il timido atteggiamento iniziale ha fatto sì che, dopo cinque minuti di gioco, Zampaglione portasse i suoi in vantaggio con il Sorrento che pareva accusare il colpo. C’è voluto un po’ di tempo per riaversi ma, con il passare dei minuti, gli uomini di Sosa hanno iniziato a guadagnare metri e a farsi minacciosi in area avversaria. Il pari di Vitale è stato fortunoso, la deviazione del difensore ha tratto in inganno il portiere che aveva battezzato la sfera già fuori. L’episodio ha scosso i rossoneri che hanno iniziato a rendersi più che pericolosi chiudendo in crescendo la prima frazione. Nella ripresa, c’è stato un autentico monologo costiero: il gol di Caraccio sembrava aver tramortito la Gioiese, ritrovatasi in panne e in balìa della veemenza rossonera. Si giocava ad una porta, nonostante il vantaggio, era il Sorrento ad arrembare ininterrottamente dalle parti di Panuccio, con la retroguardia viola che sbandava vistosamente. Ormai si aspettava solo il colpo del ko, che non arrivava per tanta sfortuna, ma non ci si preoccupava più di tanto perché la compagine calabrese appariva depotenziata. Solo il Sorrento poteva rinvigorire gli avversari e, nel giro di un minuto, c’è stato l’harakiri. Stesso per la voglia di archiviare in fretta la pratica, ci si è fatti trovare impreparati su un contropiede e Manfrè non ha perdonato. Nell’azione successiva, Garbini è stato ingenuo a bloccare una ripartenza con la mano beccandosi il secondo giallo e la partita è completamente cambiata. Era ancora il Sorrento a fare la partita, ma Manfrè era così ispirato da firmare il gol del tris con una prodezza balistica da applausi. Vitale e company si erano fatti del male da soli e, disperatamente, hanno cercato di porre rimedio: lo stesso capitano è stato sfortunatissimo centrando la traversa su una bellissima punizione che meritava miglior sorte poi, allo scadere, l’arbitro ha valutato fuori area un tocco di mani di un giocatore viola quando, a tutti, era sembrato dentro. A fine gara, c’era incredulità per una sconfitta che ha davvero dell’incredibile, potrebbe sembrare vittimismo ma, chi ha assistito al match, non può non restare interdetto dal risultato dopo ciò che si è visto in campo. Ma il calcio ha leggi impietose e legate ai risultati, quelli che stanno mancando. Il Sorrento è una squadra imprevedibile: dopo Sarnese e Marcianise, si aveva la netta sensazione di avere un attacco spuntato, invece, in tre partite sono stati segnati cinque gol subendone, però, ben sette. Il problema relativo alla produzione offensiva sembra risolto ma si è accesa la spia della retroguardia. Contro la Gioiese è stata decisamente svagata e perforabile ed è sembrata anche squilibrata e soggetta ad imprevedibili amnesie. Oltre al sempre ottimo Garbini, anche se l’ingenua espulsione pesa tantissimo sulla prestazione (da uno esperto come lui non ci si aspetta queste cose), anche Visciano sembra a suo agio nel ruolo di basso a sinistra, benché sia adattato. In mediana mancava il fosforo di uno come Iuliano, ma Volpe e Alison, pur avendo evidenti limiti in fase di impostazione, hanno fatto legna lottando su ogni pallone con una tenacia commovente. Peccato che, dopo Agropoli, ancora una volta l’ex Sora si sia ritrovato da solo davanti al portiere senza avere la freddezza di metterla dentro. Per il resto, se l’attacco si è ridestato, è soprattutto grazie agli interpreti del reparto offensivo, Vitale e Caraccio stanno andando a segno con una certa continuità. Franco & Ciccio, quest’accoppiata, non si può dire che sia vincente, ma inizia a dare i suoi frutti, che sono decisamente incoraggianti sperando che ne producano sempre altri. Ci sono sia note positive che stonate, a mancare sono i risultati e, in questi casi, si corre il rischio di diventare frenetici per recuperare il tempo perduto e per far capire che la classifica è bugiarda. Meglio non incorrere in questo rischio, la speranza è che, con pazienza e consapevolezza, prima o poi arriveranno anche i risultati auspicati. (Maurizio Longhi)

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