SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI.  Fosse un attore lo potremmo definire “il tredicesimo apostolo”, ma Manuel Lettieri è un calciatore, quindi, mister Simonelli lo chiama “il perfetto tredicesimo”. Etichetta affibbiatagli in sala stampa, ma non per declassarlo, come se fosse destinato a restare perennemente fuori dal recinto dei titolari. Tutt’altro. Il prof. di Saviano ha preferito etichettarlo così per la sua polivalenza, per il fatto che possa ricoprire tutti i ruoli della mediana permettendo alla squadra anche di variare il modulo. E quando un giocatore è in grado anche di cambiare fisionomia ad una squadra, magari non scende in campo dal primo minuto, ma è un vero e proprio asso nella manica. Uno di quelli ai quali, tutti gli allenatori, possono sempre fare affidamento. Di solito, giocatori come Lettieri servono quando c’è da difendere un vantaggio, come un cane sciolto da sguinzagliare contro le velleità dei giocatori avversari. Invece, questa volta, è entrato e ha cambiato la partita, c’è da dire che anche la mossa di mister Simonelli si è rivelata azzeccata. Il mediano irpino è entrato provocando una esondazione, come uno tsunami, più che a randellare (compito in cui eccelle) ha pensato ad arrembare. E l’ha fatto con pericolosità e convinzione. Il gol lo avrebbe meritato anche prima,  con un bel tiro su cui è stato anche un pizzico fortunato il portiere Bacci. Poi, grazie ad una straordinaria giocata di Catania, si è involato verso la porta e ha giustiziato il Tuttocuoio. Estasi al “Campo Italia”, ma il boato dello stadio era  niente rispetto a quello del suo cuore. Si dice che quando si ama una persona tutte le altre potrebbero anche non esistere, in quel momento per lui non esisteva più nessuno al di fuori della sua amata, neanche i compagni di squadra che gli correvano dietro per festeggiarlo. Perché lui correva più di tutti, correva ed era felice, correva e sognava, correva e amava. Lo faceva per andare a dedicare il gol all’altra metà del suo cielo, che gliel’aveva anche pronosticato, una umana profezia può avere un margine d’errore ma è infallibile quella dell’amore. Si ama, si entra e si segna, il Lettieri show non si è fermato con il gol, ha partecipato a tutte le azioni offensive tracimando esplosività. Ma dopo aver giustamente celebrato la grande prestazione di un professionista dal comportamento sempre impeccabile anche fuori dal campo, è giusto fare un plauso anche al nocchiero, per alcuni il condottiero, di questo Sorrento. Il suo atteggiamento riservato non piace alla gente, questo è assodato, ma mister Simonelli ha preparato la gara  nel modo giusto e l’ha letta benissimo. Le sostituzioni sono state azzeccatissime, dal match winner Lettieri ad Improta, con quest’ultimo che non sarà un bomber ma, a differenza di uno statico Musetti, ha svolto un encomiabile lavoro a livello tattico. Si sta rivelando, inoltre, sempre più felice la scelta di schierare Catania in regia, ruolo che esalta la sua tecnica cristallina e gli permette di smistare palloni deliziosi come quello che ha spianato due volte a Lettieri la strada per la battuta a rete. E il tecnico è stato anche onesto intellettualmente ammettendo che la fase offensiva deve ancora migliorare, dopo una vittoria così netta, contro una diretta concorrente per la salvezza, si poteva anche dissimulare questo aspetto. Invece, ha fatto bene, il professore, a sottolinearlo perché ci possono essere partite in cui si potrà pagare questo scarso peso offensivo. Il suo consiglio ai giocatori è stato quello di avere umiltà nel cuore ma per il suo “perfetto tredicesimo”, possono valere le parole di Vasco Rossi: “Con l’aria, col sole, con la rabbia nel cuore, in quattro parole: io sono ancora qua!”. Eh già….

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