SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI.  Dicono che parlerebbe di calcio 24 h su 24. Questa tendenza emerge anche nelle conferenze post-partita, è il primo a confrontarsi con coloro che si presentano ai microfoni degli organi di informazione. Gianni Siniscalchi è la firma del “Corriere dello Sport”, il quotidiano sportivo più letto al Sud, facile incontrare la mattina persone che ce l’hanno sotto al braccio in attesa di sfogliarlo con calma, magari inforcando gli occhiali e immergersi nella lettura degli articoli. Anche con lui facciamo il punto della situazione in casa Sorrento, sviscerandone il campionato e ripercorrendone le fasi salienti. Perché, in vista di impegni in cui si deciderà la categoria in cui si andrà a militare il prossimo anno, ci interessa tracciare dei bilanci su ciò che ha funzionato e cosa non è andato per il verso giusto. La speranza è quella che, in queste partite delicatissime, tutte le note stonate possano sparire facendo emergere solo i lati positivi di una squadra, come quella rossonera, che avrebbe potuto indossare una veste decisamente più nobile in rapporto all’esperienza e alla qualità dei giocatori presenti in organico.

GIOCO SENZA MENTALITA’, POI… – È arrivato il momento di far uscire tutto il proprio potenziale ma, prima di aprire la finestra alla gara di domenica prossima, partiamo con le ragioni che, secondo il collega, hanno tarpato le ali alla truppa di Simonelli: “Se il Sorrento non è riuscito a conquistare la salvezza diretta è per un rendimento casalingo deficitario. Sono troppe nove sconfitte casalinghe, magari qualche pareggio avrebbe consentito di avere quei punti in più che sarebbero stati fondamentali per chiudere tra i primi otto. Questo è il mea culpa che deve essere recitato, quanti disagi avuti in casa quando c’era da imporsi sulle avversarie”. Gli stenti iniziali hanno fatto sì che, a fine novembre, si optasse per l’esonero di Chiappino e l’ingaggio di Simonelli. Al di là dei tumulti di alcuni tifosi, era proprio doveroso cambiare timoniere? “Era diventato necessario, la squadra aveva bisogno di una scossa e di una ventata di novità. Chiappino ha portato avanti un suo credo tattico ma i risultati gli hanno dato torto. Mentre la scelta di Simonelli non ha compattato l’ambiente, ma non per colpa sua bensì per un legame mai creatosi con la tifoseria. Da questo punto di vista, la scelta è stata un po’ ambigua ma si è rivelata ottima se andiamo a vedere lo score dei rossoneri con il nuovo tecnico. La frattura con i tifosi ha origini pregresse, risale alla stagione in cui fu fallito l’assalto alla serie B, da allora i rapporti sono ancora più tesi. Comunque, nonostante un contesto a lui ostile, Simonelli è riuscito a dare un equilibrio alla squadra facendo sì che conquistasse i punti necessari per andarsi a giocare la permanenza tra i professionisti attraverso gli spareggi”. Qual è la differenza emersa con maggiore evidenza dal Sorrento di Chiappino a quello di Simonelli? “Il tecnico ligure ha dato un gioco ma non una mentalità da Lega Pro, mentre il prof. di Saviano ha fatto leva sulla sua esperienza con un lavoro certosino sul piano caratteriale. Quest’ultimo ha portato soprattutto razionalità, un regime di lavoro diverso ma che è stato importante per i giocatori. Qui si può racchiudere la differenza, del resto per raggiungere gli obiettivi, più che il bel gioco serve la mentalità e la razionalità, caratteristiche di cui la squadra ha fatto tesoro dopo il cambio di allenatore”.

….ANCHE LA RAZIONALITA’ – Sono venute subito a galla le deficienze dei costieri, già dalle prime giornate, quegli affanni iniziali, quell’equilibrio precario fino alla prima vera crisi con le quattro sconfitte consecutive, era dovuto anche ad una squadra in formato gruviera. “La società ha agito in condizioni difficili – afferma Gianni Siniscalchi – sicuramente doveva garantire un portiere di maggiore affidabilità e un difensore centrale da affiancare a Villagatti. C’è stata una quantità industriale di operazioni, ma non si è stati proprio completi visto che ci si è trascinati dietro alcune carenze. Non colmarle è stato un errore, anche perché si sono evidenziate quasi subito però, considerate le problematiche contingenti, c’era da aspettarlo”. Nell’arco di un campionato ci sono sempre sfide in cui si fa la voce grossa, mentre altre in cui si annaspa visibilmente. Anche con il navigato collega passiamo in rassegna le partite a più alta intensità emotiva, mentre altre dal retrogusto amaro: “Con Aprilia e Cosenza si è vista una squadra concreta e razionale, proprio quella caratteristica di cui ho già fatto cenno. Entrambi i successi sono stati conquistati di misura ma con un certo criterio, si è saputo soffrire senza prestare il fianco agli avversari. Convincente soprattutto la vittoria contro un Cosenza insediato nei vertici alti della classifica e ritrovatosi ad affrontare una squadra tosta, rognosa e affamata di punti, del resto la classifica imponeva un cambio di marcia. Fanno da contraltare i due ko consecutivi contro Chieti e Teramo, si giocava a Sorrento e, quindi, non ci si poteva permettere di farsi beffare in quel modo. Sono state quelle le partite che hanno messo Chiappino sulla graticola perché andò male sotto il profilo delle prestazioni, delle circostanze e della qualità di gioco”. Ci sono stati sicuramente giocatori più continui, mentre altri soggetti a black out. Lo scettro, comunque, se l’è guadagnato quello che ha impressionato tutti, basta guardare i numeri collezionati in una stagione da applausi: “Su tutti si staglia l’ottima stagione di Maiorino, protagonista indiscusso dei rossoneri. Ha un ottimo tiro, un piede educato, è dotato di ottime qualità sciorinate tutte in questo campionato che l’ha visto tra i migliori. Bene anche Villagatti, Danucci e Coppola, mentre Catania è stato alterno anche se, nell’ultima fase, ha fatto capire di poter fare la differenza. Non ci sono vere e proprie bocciature, probabilmente, non è stata entusiasmante la stagione di Benci ma anche una buona dose di sfortuna ha inciso sulla qualità delle sue prestazioni”. Ormai ci siamo! La prima sfida con l’Arzanese è imminente, il cliente è difficile perché sembrava tagliato fuori mentre, con carattere e caparbietà, si è ritagliato un posto per sperare di restare tra i professionisti. Di contro, c’ è un Sorrento che, non starà vivendo una delle pagine più fulgide della sua storia, ma ha comunque la possibilità di scrivere un capitolo importante. Questo il parere di Gianni Siniscalchi: “Il fatto che l’Arzanese possa avere più entusiasmo è relativo, il Sorrento vanta in organico giocatori che non possono temere questa partita. Sicuramente i biancocelesti se la giocheranno a viso aperto, forti di un’autostima ai massimi livelli maturata con questa cavalcata che li ha condotti a giocarsi la permanenza in Lega Pro. Dalla sponda rossonera, non deve filtrare il messaggio che, anche con i pareggi, si può mantenere la categoria. Si rischierebbe di scendere in campo più per non prenderle che per imporsi, ed è un rischio troppo grande”.

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