(SERVIZIO DI STEFANO SICA) Da quattro mesi e mezzo è al timone della Battipagliese. Carmine Ferrara è un giovane imprenditore di Cava de’ Tirreni che ha deciso la scorsa estate di rischiare una nuova sfida calcistica una volta chiusa l’esperienza con i maltesi del Msida Saint-Joseph. La prima in Italia dopo una serie di esplorazioni in altre realtà. “Sì, volevo dare continuità alle mie idee in Italia ed ho valutato la fattibilità di questo progetto in diverse zone – ammette Ferrara -. C’erano stati dei contatti anche con la Cavese, poi la scelta è ricaduta su Battipaglia per almeno tre motivi: stadio, storia e bacino di utenza. A Battipaglia ritengo che si possa portare avanti un bel progetto. Parliamo di un Comune di oltre 50mila abitanti e di un nucleo di appassionati che potrà persino espandersi se pensiamo, ad esempio, a tutto il Cilento. Le potenzialità, insomma, sono enormi. Il sogno a lungo termine è la serie B. Ma non è un traguardo che si ottiene dalla sera alla mattina. Occorre gettare le basi per arrivare a tanto. Noi ci stiamo provando“.

La sua avventura a Malta è definitivamente conclusa?
Sì. Ho lasciato il club ad un comitato cittadino. Anzi, l’ho regalato“.

La squadra con Corino è in ripresa anche se lontana dalla vetta. Ma quali erano le aspettative di inizio stagione?
Ben altre. Immaginavamo di lottare almeno per i play-off. Abbiamo costruito la rosa con quest’obiettivo, infatti credo che nel nostro organico ci sia tanta qualità“.

Le cause di questo inizio stentato?
Diverse. Molto è dipeso anche da certe turbative portate avanti da personaggi che ruotano intorno alla società. All’inizio abbiamo fatto qualche pareggio di troppo con squadre che non avevano i nostri valori“.

E ha pagato l’allenatore, Squillante.
Diciamo che l’esonero è arrivato per motivi disciplinari. Il rapporto si era logorato in virtù di qualche comportamento che abbiamo ritenuto non consono al nostro modo di fare calcio. In seguito abbiamo riportato in tutto l’ambiente la serenità necessaria per lavorare in un certo modo, praticamente azzerando anche quelle turbative di cui parlavo prima. Ed abbiamo rivoluzionato tutto, a partire dall’allenatore fino ad arrivare ai magazzinieri. Abbiamo confermato come allenatore delle giovanili Yuri Calabrese, e con grande piacere. Perchè anche lui ha una mentalità altamente professionale, è una persona di grande serietà oltre che uno stimato avvocato. E poi gestisce questo vivaio da tanto tempo“.

E infatti la prima di Corino è stata autorevole.
Lui è un professionista vero ed è abituato a ragionare con questa formazione mentale. Quando incontri persone così, cambia completamente il modo di gestire certi rapporti. Si vede, insomma, che ha allenato ad alti livelli“.

Con l’addio di Squillante, si era parlato anche del possibile arrivo di un nuovo operatore di mercato. E si era vociferato addirittura di Tonino Simonetti. Cosa c’è di vero?
Con lui ci sono stati dei contatti amichevoli. Noi abbiamo già un ds che è Giuseppe Cannella. Non abbiamo l’urgenza di cambiare qualcosa ora. Faccio mio l’invito esteso dallo stesso Corino quando è stato presentato: dobbiamo remare tutti dalla stessa parte. Attualmente abbiamo 28 giocatori in rosa. Sono tanti. Col mister andremo a valutare chi potrà esserci ancora utile e chi dovrà eventualmente essere rimpiazzato“.

Se Carmine Ferrara avesse avuto la possibilità di rilevare il Sorrento, conoscendone tuttavia l’esposizione debitoria verso Equitalia che supera di gran lunga il milione di euro, cosa avrebbe fatto?
In teoria si può anche acquisire una società indebitata. Ma bisogna far leva su degli asset ben precisi che ti consentano di abbattere il debito strada facendo. Se non si hanno strutture di proprietà, o sponsorizzazioni importanti, e se non c’è la possibilità di fare plusvalenze rilevanti con qualche gioiello in rosa, sarebbe una mission impossible. In quest’ultimo caso non so se il Sorrento possa davvero agire“.

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