(SERVIZIO DI MAURIZIO LONGHI). Prosegue il nostro giro di interviste agli ex allenatori del Sorrento. Stavolta è stato il turno di colui che ha chiuso la scorsa stagione funestata, purtroppo, da una infinità di vicissitudini che hanno determinato l’amaro epilogo. Aldo Papagni è ora alle prese con il suo Taranto, impegnato nel girone H di serie D e reduce, tra l’altro, da una pesante sconfitta interna ma che non ha smorzato il sogno di condurre la compagine jonica tra i professionisti. Anche lui ha dovuto far fronte alla grana “Campo Italia” e ne approfittiamo per chiedergli chi sia favorito a giocare su un simile manto erboso, se più il Sorrento o le avversarie: “E’ più semplice per le squadre che si difendono. È un terreno di gioco che limita gli spazi, e per fare bene ci vogliono giocatori con determinate caratteristiche. Anche gli esterni possono essere penalizzati perché solitamente hanno bisogno di spazi, ecco perché sono agevolate le squadre che si arroccano in difesa e puntano sulle ripartenze. Con le difese che si chiudono, si fa fatica a creare occasioni, le gare si possono risolvere o con la giocata di un singolo o grazie ai calci piazzati”. Passiamo al suo ricordo dell’esperienza nella terra delle Sirene e come ci si trova, da allenatore, a lavorare in un simile contesto: “La costiera è fantastica, però, avendo allenate in piazze calde come Andria, Taranto, Cava de’ Tirreni, Benevento, dove il calcio si vive 24 ore su 24, a Sorrento non c’è quel seguito e quella partecipazione da parte della gente. Questo fa sì che bisogna cercare le motivazioni dentro se stessi ma, nonostante questo, conservo comunque un bel ricordo, anche proprio della gente che, malgrado la contestazione per la classifica deficitaria, ci ha fatto lavorare serenamente. Come abbiamo lavorato serenamente per preparare le due gare play out contro il Prato, in entrambe le sfide siamo riusciti a passare in vantaggio senza mantenerlo. Resta l’amaro in bocca perché, quando sono stato chiamato, la società mi aveva chiesto di raggiungere i play out, l’abbiamo fatto vincendo due partite importantissime, quella di Frosinone ma soprattutto contro la Nocerina che, a causa di quella sconfitta, si qualificò in una posizione che, ai play off, favorì il Latina. Soprattutto nella gara di ritorno a Prato, siamo stati troppo ingenui a subire quei gol, addirittura dopo il vantaggio di Tortolano, potevamo raddoppiare, ma la squadra aveva troppi limiti strutturali. La mia richiesta alla società fu quella di avere un centrocampista di qualità, che non fu acquistato, dovetti accontentarmi di ciò che mi fu messo a disposizione”. Il tecnico di Bisceglie ne ha approfittato per rimembrare i momenti salienti dei suoi mesi alla guida dei rossoneri. Ora l’attenzione si focalizza sull’attuale tecnico, quel Simonelli inviso a una buona parte della tifoseria, ma non per questo ostracizzato: “Credo che non abbia bisogno di presentazioni. Per lui parla il curriculum, se si è deciso di affidare la squadra ad un uomo più esperto, penso proprio che sia stata fatta la scelta giusta. È un professionista serio, preparato e può dare tanto alla squadra”. Il Sorrento ha un urgente bisogno di rinforzare la retroguardia, stendiamo un velo pietoso sulla vicenda D’Orsi, poi c’è stata anche la partenza di Coulibaly e, a sorpresa, si è rivisto Vittorio Terminiello. Il difensore costiero, lo scorso anno, è stato proprio alla corte di mister Papagni, al quale chiediamo una valutazione sul giocatore e se lo ritiene pronto per giocarsi una maglia da titolare in una squadra impegnata a scalare posizioni in classifica: “Le sue capacità non si discutono. È bravo tecnicamente ed ha anche un fisico importante. Poi è un centrale di piede mancino, e difensori di questo profilo sono merce rara. L’unico punto interrogativo è legato alla sua condizione atletica che, anche lo scorso anno, l’ha frenato più volte, pare che sia soggetto a questi malanni fisici che gli impediscono di avere continuità. C’è da dire che quando l’ho impiegato ha sempre risposto con buone prestazioni, quindi, è un giovane su cui bisogna puntare”.
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