SERVIZIO DI MAURIZIO LONGHI. “Sono aggiornato sul Sorrento. So che è quart’ultimo, ma la classifica è corta!”. Caspita! Parte a razzo Beppe Bruscolotti quando gli chiediamo di parlare del Sorrento. Non riusciamo neanche a rivolgergli la prima domanda che mostra subito di sapere che situazione vivono gli uomini di Simonelli. Sa che è molto difficile, ma crede alla possibilità di salvezza. Per lui la maglia rossonera è stata un trampolino di lancio per approdare nel Napoli, dove ha vissuto anni di trionfi ed emozioni, ha scritto le pagine più belle della storia dei costieri e dei partenopei. Come se le sirene della costiera l’avessero svezzato come calciatore per poi condurlo verso il Vesuvio e verso Partenope, la sirena per eccellenza considerata dai napoletana come una sorella, definita da Matilde Serao “splendida giovane e bella”.

Con “Pall e’ Fierr”, ribattezzato così per il suo essere granitico e roccioso, ci proiettiamo subito alla prossima sfida, che vede il Sorrento ospite della capolista Teramo. Una formazione, quella abruzzese, ormai certa della permanenza tra i professionisti e, quindi, con meno motivazioni dei rossoneri: “Diciamo che una squadra che ha ormai raggiunto l’obiettivo stagionale, potrebbe essere un po’ blanda, di solito è così quando non si hanno velleità di migliorare la propria classifica. Non si può dire questo del Sorrento che, invece, ha la necessità di conquistare punti e deve farlo anche in vista di una gara delicata come quella in terra abruzzese”. Quando ci si ritrova in una posizione di classifica più che deficitaria nella fase topica del campionato o si precipita o si resta a galla. Il Sorrento, grazie alla vittoria in casa del Chieti, ha evitato il naufragio, chiediamo alla “Mascella di Sassano” quanto sia importante, a livello mentale, vincere partite simili: “Questi risultati danno coraggio soprattutto se ottenuti in un momento delicato, è una questione psicologica, si scende in campo con maggiore serenità con l’intera squadra che può beneficiarne”.

Ma per quanto una vittoria possa fare morale, se resta isolata incenerisce qualsiasi illusione. Ecco perché, a sette giornate dal termine del campionato regolare, bisogna dare continuità e come lo si può fare? “Dando il massimo per vincere, non ci sono altri risultati che tengano. Poi nel calcio può succedere di tutto, non è detto che con una grande prestazione si riescano a conquistare i tre punti, ci sono sempre dei fattori imponderabili che incidono. Ma, nella situazione in cui si trova il Sorrento, bisogna dare tutto per prevalere sulle avversarie e suggerisco di tenere anche un atteggiamento un po’ più spregiudicato rispetto al solito, per il semplice fatto che non c’è altra scelta, per vincere bisogna anche rischiare”. Osare, in un certo senso, è questo il suggerimento di Bruscolotti al Sorrento. Certo, se ci si deve imporre a tutti i costi, bisognerà pur fare qualcosa e, all’occorrenza, un pizzico di spregiudicatezza, accompagnata da intensità, dedizione e concentrazione, può essere una buona soluzione. I tifosi, però, stufi e spazientiti dalle umiliazioni inanellate, hanno, comprensibilmente, disertato lo stadio. L’ex rossonero spera in un ravvedimento: “Il Sorrento non è che sia spacciato, quindi, è un peccato non avere l’incoraggiamento dei tifosi che può fare la differenza. Mai come adesso, bisogna remare uniti per permettere alla squadra di conquistare i punti necessari per sperare nella permanenza in categoria”.

Lui ne ha viste tante nella sua ricca e gratificante carriera, ha attraversato e superato anche momenti complicati, ci facciamo dire quale può essere, in base alla sua esperienza, il segreto perché si concretizzi l’obiettivo salvezza sperando di tornare a vincere anche in casa, dove finora si è steccato con troppa frequenza e facilità: “Non bisogna pensare alla classifica, in questo momento va messa da parte, potrebbe condizionare i giocatori a livello mentale. Si deve pensare a una partita alla volta e cercare di ottenere sempre il massimo, indipendentemente dall’avversaria. Sul fattore campo, be’ un rettangolo di gioco dalle dimensioni ridotte, dovrebbe favorire più la squadra di casa. Ma, quando si incontrano squadre più forti, comunque si soccombe”.

La tifoseria non ha accolto con entusiasmo il ritorno di mister Simonelli in panchina e molti imputano al professore di Saviano anche la responsabilità di non aver ringalluzzito la squadra: “Stiamo parlando di un allenatore espertissimo, poi il calcio ha delle dinamiche comuni ad ogni piazza e ad ogni tifoseria. Quando non arrivano i risultati, si cerca sempre un capro espiatorio ed è l’allenatore il primo ad essere messo sulla graticola”. Dal “Campo Italia” fino a calcare i campi più prestigiosi d’Europa con la maglia del Napoli. Ma non ci si dimentica da dove si parte, Bruscolotti non l’ha dimenticato, lui che in rossonero si è guadagnato la ribalta: “Grazie a Sorrento mi sono affacciato nel grande calcio. Ero un ragazzo emergente e, totalizzando 34 presenze su 36, ebbi la possibilità di mettermi in mostra e di misurarmi in un campionato competitivo. Sono sicuro che, nell’anno della Serie B, se avessimo giocato a Sorrento, ci saremmo salvati. Retrocedemmo per una manciata di punti, giocare al San Paolo ci penalizzava per un motivo ben preciso: avevamo duemila sostenitori in un mega-stadio, il fattore ambientale era annullato, mentre se li avessimo avuti in costiera, in una struttura piccolina e con la gente vicina al campo, avremmo avuto una marcia in più”. È una vera icona del grande calcio a Sorrento Ha vissuto la festa per la promozione e la stagione disputata tra i cadetti, per poi spiccare il volo fino a cucirsi sul petto il tricolore. Ma non ci si scorda del primo amore.

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