SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. La poetica del fanciullino l’ha partorita Giovanni Pascoli, l’entusiasmo dei fanciullini è stato tangibile dalle gradinate del “Campo Italia”. Fanciullini e sorrentini, perché anche il calcio ha una letteratura e una partita può trasformarsi in un romanzo. Già dalle prime ore del mattino si era capito che sarebbe stata una giornata diversa e speciale. Il sole splendeva sulla terra delle Sirene, delle nuvole, di tanto in tanto, venivano a coprirlo, ma poi si sono dileguate lasciando che illuminasse i volti. Poche ore prima che iniziasse la gara tra Sorrento e Tuttocuoio, transumanze di ragazzini, quasi tutti con la tuta rossonera, affollavano le strade della costiera. Tutti rumorosi, vivaci e gioiosi, avevano il biglietto tra le mani e non vedevano l’ora di varcare il cancello del “Campo Italia” e occupare le gradinate della Curva. Con diversi ultras in terra siciliana per sostenere il Giarre condividendo con i fratelli di fede gialloblu la gioia dell’approdo in Eccellenza (la speranza è che l’ammutinamento cessi almeno per l’ultima gara casalinga della regular season), sono stati i bambini a trasformarsi in tifosi da curva. Molti erano accompagnati dai genitori, per trascorrere una domenica diversa, all’insegna del calcio in uno stadio che, sarà anche fatiscente, ma ha vissuto momenti di gloria. I bambini, per natura, sono sognatori, vedono il mondo attraverso occhi ingenui e animo semplice, se agli adulti le novità possono far paura, a loro piacciono. Perché il solo pensiero di qualcosa di nuovo vellica la loro fantasia e immaginano di essere i protagonisti di una favola avvincente e dal lieto fine. La vanità porta a spettacolarizzare un evento, la profondità a poeticizzarlo, la prima appartiene al mondo degli adulti, la seconda ad entrambi con la consapevolezza che per essere profondi bisogna essere un po’ bambini dentro. I bambini si accontentano di poco, molto probabilmente avranno pensato che il “Campo Italia” fosse lo stadio più bello del mondo ed erano pronti a tifare per quei giocatori che, sul rettangolo verde, indossavano la maglia rossonera. Quegli altri, sportivamente parlando, erano brutti e antipatici, quelli che in un romanzo recitano la parte dei cattivi e devono essere vinti. Durante la partita partecipavano con il loro coinvolgimento emozionale, dentro di loro qualcosa si muoveva e, in gruppo, saltellavano e cantavano, sentendosi protagonisti di un gioco che non si può ripetere a scuola. Come in ogni romanzo fanciullesco, quei cattivoni dei rivali sembrano non arrendersi mai, intanto cresce il pathos e, quando arriva al diapason, all’improvviso gli viene assestato il colpo. Come è successo quando Lettieri ha portato il Sorrento in vantaggio, i cattivoni vacillavano finalmente prima di capitolare definitivamente. A fine gara, i bambini festeggiavano ebbri di felicità, quegli “eroi” in maglia rossonera non li avevano traditi, la favola di una calda domenica di aprile, alle soglie della primavera, li aveva fatti entrare in un’altra dimensione. Ma come si vivono le favole, bisogna vivere anche la realtà, la maestra li aspetta in classe, guai a chi non ha fatto i compiti, meglio fare un tema, la traccia è “la giornata ideale”. Scrivete ragazzini, scrivete…

 

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