SERVIZIO DI STEFANO SICA

Tanta voglia di rimettersi in gioco e di abbracciare una scommessa difficile ma, per questo, assai intrigante. E’ partita in mattinata l’era Maurizio Coppola, nuovo tecnico del Sorrento. Allenamento mattutino e primo faccia a faccia col gruppo, poi la chiacchierata con gli organi di stampa alla presenza di Antonio Amita e Felice De Maio, rispettivamente vice e preparatore atletico del trainer stabiese. Confermato del vecchio staff solo l’allenatore dei portieri Nando Uliano (ha salutato il preparatore atletico Giuseppe Migliucci). Non mancava tutto l’entourage dirigenziale costiero, a partire dal presidente Giuseppe Cappiello per finire al coordinatore Franco Giglio (il quale aveva tenuto in precedenza un breve discorso ai calciatori), passando per il responsabile dell’area tecnica Pasquale Ottobre.

IL RITORNO IN PISTA – “Accetto questa nuova sfida con grande entusiasmo. E’ vero che ci sono otto punti di distacco dall’Ebolitana, ma è anche vero che, insieme al mio staff, crediamo fortemente nel progetto societario e nel valore dei calciatori. Non conosco i motivi che hanno portato a questo distacco, ma so che non bisogna guardare al passato, ma solo avanti con fiducia. Il calcio ci insegna che non ci si deve arrendere mai finché non lo dice la matematica. Fino a quel momento, cercheremo con tutti i nostri mezzi di portare il Sorrento in quella categoria che è più consona al suo blasone. Noi dobbiamo solo lavorare a testa bassa cercando di fare quanti più punti possibile, poi si tireranno le somme. Otto punti sono notevoli, ma sono pur sempre alla portata di una squadra forte come l’abbiamo noi. La rosa è composta da uomini di valore e giocatori di spessore che farebbero gola a chiunque, anche a club di categoria superiore. Non stiamo qua a fare proclami, ma solo per assicurare che andremo in campo col coltello tra i denti per cercare di vincerle tutte. Poi si sa che nel calcio non c’è nulla di scientifico”.

MODULI E UTILIZZO DEI CALCIATORI – “Parlare di moduli è l’ultima problematica per un allenatore. Un tecnico deve tener conto intanto della regola dei tre under da mettere in campo. Attorno a quelli bisogna far ruotare gli otto over. Questa squadra ha solo bisogno di calarsi mentalmente in questa categoria. In Eccellenza si deve principalmente correre e lottare, con voglia di sacrificarsi, poi il valore viene sempre fuori. Sono sicuro che questa squadra, mettendo queste caratteristiche in campo, raggiungerà i risultati sperati. Il Direttore è sempre vigile sul mercato e sta tentando di prendere qualcosa che faccia al caso nostro, che sia un terzino sinistro o altro. Io dico che se un giocatore è valido, non è detto che debba essere impiegato necessariamente in un ruolo prestabilito”.

PRIMO APPROCCIO COL GRUPPO – “Questa squadra bisogna solo riprenderla a livello mentale. Contano principalmente la testa e le motivazioni. Nelle ultime tre partite sono stati raccolti appena due punti. E’ chiaro che loro si sentano i primi responsabili. Alla fine ha pagato l’amico Mario Turi solo perché non si possono cambiare 30 giocatori. E loro lo sanno. Ma, ripeto, la squadra è forte. E deve solo convincersi dei propri mezzi. Se lo farà, si troverà in ballo per raggiungere l’obiettivo nonostante il ritardo attuale”.

VERSO LA SEMIFINALE DI COPPA – “Ci spenderemo per entrambe le competizioni. Per valore e numero dei calciatori a disposizione, lotteremo su ambedue i fronti. La società e il Direttore hanno messo su un gruppo di spessore e non possiamo lasciare nulla al caso. Il Sorrento ha un passato glorioso ma oggi la realtà ci dice Eccellenza. Però la squadra è stata costruita per tornare ai fasti di un tempo. E per riprendersi come minimo la D, grazie anche all’esperienza e all’apporto di Pasquale Ottobre”.

PRIMO QUINQUENNIO DA ALLENATORE – “Il calcio è cambiato negli ultimi anni. Non mi ritengo un allenatore dal curriculum importante anche se ho vinto un campionato di Eccellenza facendo poi bene l’anno scorso in una situazione difficile. Faccio un esempio: Vincenzo Feola. Lui ha vinto due campionati consecutivi di D con Savoia ed Akragas ed è ancora fermo. Purtroppo nella nostra categoria c’è chi accetta situazioni imbarazzanti a livello societario. La figura dell’allenatore si è un po’ persa ma deve essere importante. I giocatori devono sentire il suo carisma. E oggi in giro se ne sentono di tutti i colori. Io, comunque, sono ancora giovane come allenatore e so di dover crescere e migliorare”.

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