SERVIZIO DI STEFANO SICA

La vile aggressione subìta a Cervinara da Maurizio Coppola, tecnico del Sorrento, è ormai oggetto di cronaca nelle ultime ore. Un episodio accaduto sotto gli occhi di Commissari di campo e Forze dell’Ordine, e che avrà sicuramente ripercussioni in sede civile e penale. Difficile, in un quadro simile, affrontare aspetti tecnici col trainer stabiese che, seppur visibilmente provato, non manca di concedersi comunque ai microfoni di TuttoSorrento.

SCONFITTA CHE BRUCIA – “Una spinta iniziale del Cervinara c’è stata, ma tiri in porta non ne ho visti. Era normale che, giocando in casa, nei primi 10 minuti premessero. Era una partita indirizzata verso il pareggio e sarebbe stato il risultato più giusto visto che grosse occasioni da una parte e dall’altra non ce ne sono state. Solo un episodio avrebbe potuto sbloccare la partita ed è andata così.  L’impegno da parte dei ragazzi non è mancato. Avrei voluto magari più cattiveria sulle seconde palle e un cinismo maggiore. Ma noi siamo abituati più a giocare sul velluto che a proporre una vera e propria guerra calcistica”.

RIGORE E K.O. – “C’è stata una incompresione tra arbitro e assistente su un fuorigioco netto. Da lì è scaturito l’angolo che ha portato al rigore. Tutto questo ha condizionato il prosieguo della gara: siamo rimasti in dieci ma abbiamo comunque provato a prendere campo. Magari lo abbiamo fatto in maniera confusionaria perché questo manto erboso non permetteva di giocare palla a terra”.

DOPPIO CAMBIO NELLA RIPRESA – “Volevo più spinta sulle corsie laterali per mettere qualche cross in più per Marcucci, avvicinandogli Vitale. Dovevamo adottare questa soluzione perché la giocata non riusciva, era impossibile manovrare ed occorreva puntare tutto sulle seconde palle. Poi c’è stato l’episodio del rigore e da lì è cambiato tutto”.

RING FINALE – “Siamo tornati indietro di 30 anni. Era in quell’epoca che succedevano queste cose. Il rammarico più grande è che, a mio avviso, è stato tutto preparato dal Cervinara. Un club che, evidentemente, non meriterebbe di fare neanche la Seconda Categoria. Mi sono ritrovato addosso due addetti al servizio sanitario: ho riportato un pugno e, di conseguenza, la rottura di un dente e degli occhiali. Dispiace che la loro società non ci abbia chiesto neanche scusa, a parte l’allenatore. Questo significa che si è trattato di una aggressione premeditata. Loro pensano che, facendo così, si ottengono risultati. Invece il Comitato non dovrebbe consentire più a certi personaggi di fare determinate cose. Ci sono Commissari di campo incaricati di vedere ciò che succede. Questo non è calcio. Siamo nel 2017, ma qualcuno forse è rimasto ad un’altra era. Sì, perché tutto questo ha offeso una tra le città più educate in Italia. Anche la nostra società ci tiene più all’immagine che ai risultati. Non so ora come si muoverà il club, ma dubito che possa cambiare granché soprattutto se certi episodi sono già accaduti in passato. Del resto non mi sento di attribuire l’appellativo di Presidente ad una persona che ha messo in piedi un vero e proprio show, anche un’ora dopo la partita”.

Commenti

commenti