Ieri è arrivata una bella soddisfazione per i tifosi del FC Sorrento avendo superato il turno di coppa Italia in casa del Città di Nocera. Dopo il primo tempo, la situazione sembrava davvero difficile, si era sotto di due reti e si giocava in terra avversaria, ma forse i giocatori costieri avevano un uomo in più, invisibile quanto determinante, che aveva lasciato la terra da pochissimo tempo diventando, però, più influente di prima. Stiamo parlando di Padre Fernando Sorrentino, volato in cielo alla veneranda età di 93 anni, che rilevò il Sorrento negli anni Cinquanta vivendo anni bellissimi e indimenticabili sotto il nome di Flos Carmeli (Fiore del Carmelo). Magari ha assistito lui Gargiulo nel momento dell’importantissimo gol che è valso la qualificazione, quando la situazione era critica sostenendo poi la squadra fino al triplice fischio. Padre Sorrentino, come amava farsi chiamare, stravedeva per i colori rossoneri, ne era un innamorato pazzo e per chi scrive è stato un dolore indicibile apprendere la notizia della sua dipartita. Inevitabilmente, e come d’istinto, la mente è andata allo scorso novembre quando il caro frate carmelitano ci ha aperto le porte del suo ufficio e anche il suo personale scrigno dei ricordi con una lucidità da lasciare sbalorditi. Era un venerdì mattina di sole, lui stava seduto nel suo ufficio dietro la sua scrivania, con quegli occhi piccoli ma pieni di amore e dolcezza e ci raccontava con il sorriso sulle labbra quelle emozioni indimenticabili. Mentre le raccontava era come se le rivivesse dopo tanti e tanti anni, perché nella vita è anche bello fermarsi e rivangare ciò che ci ha fatto emozionare, crescere, sognare. La sera prima di quel venerdì, già ci eravamo recati nel convento di Santa Maria del Toro, a Vico Equense, mentre lui si trovava su una sedia ai lati dell’altare in attesa di iniziare la funzione liturgica. Ci avvicinammo a lui porgendogli la foto che lo ritraeva con un giocatore e lui, prendendola tra le sue mani, esclamò: “Munifà...”, come ribattezzarono quell’attaccante molto forte che aveva sempre fame. Dopo la celebrazione, aveva un incontro di preghiera e ci invitò per l’indomani mattina dove ci aspettò nel suo ufficio, raccontandoci tanti di quegli aneddoti che il cuore prendeva a galoppare così velocemente che bisognava fermarsi. Ci lascia un uomo che ha amato il Sorrento alla follia, che ha dedicato la sua vita al Signore con una fede che non l’ha mai abbandonato e che l’ha spinto anche ad essere fedele alla sua grande passione per il calcio. È bastato restare qualche ora in sua compagnia per sentirci arricchiti come non mai, figurarsi chi ha avuto la fortuna di stare per anni a contatto con un gigante di amore e spiritualità. Buon viaggio, Padre Sorrentino, grazie della bella chiacchierata che resterà per il sottoscritto uno dei ricordi più belli…

Maurizio Longhi

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