(MAURIZIO LONGHI PER TUTTOSORRENTO.COM).

Il Messina è in piena crisi. Era stato allestito un organico in grado di competere per le prime posizioni, ma gli stenti iniziali sono diventati stop continui, così ci si è impantanati fino a naufragare nell’ultimo turno contro la Vigor Lamezia. Si è deciso di esonerare mister Catalano scegliendo Grassadonia come sostituito, un tecnico che era stato anche nelle mire del Sorrento prima che la decisione ricadesse su Simonelli. Sono lontani ormai i tempi della ribalta del Messina nel grande calcio, quella squadra dei miracoli che batteva la Roma in casa e dopo una settimana era corsara alla Scala del calcio contro il Milan, vedendo quei mostri sacri di Maldini, Pirlo, Shevchenko soccombere nel proprio tempio. Frammenti di un passato glorioso e memorabile. Attualmente, a distanza di nove anni, la situazione dei peloritani, è completamente diversa, per analizzarla, abbiamo contattato un giornalista molto esperto che, per motivi personali che ci sentiamo di rispettare, ha deciso di restare anonimo, anche perché ciò che ci ha detto di sicuro non è banale. Da persona contigua alle vicende della squadra, ci ha illustrato in modo dettagliato e circostanziato la situazione dei giallorossi: “Questa squadra ha sofferto di tutto, dagli infortuni, alle squalifiche, alla precarietà delle strutture in cui si allena, costretta a girovagare per la provincia o ad accontentarsi di campi di patate del centro. Una situazione generale di disagio che ha avuto un riverbero anche sul rendimento della squadra. Maiorano ha subito avuto problemi fisici, lo stesso l’ex Avellino Lasagna, poi anche De Bode per quanto riguarda il pacchetto arretrato, ciò ha determinato una situazione di incertezza che ha minato la serenità in tutto l’entourage. È una situazione strana anche per un altro motivo, perché sono in infermeria i giocatori che hanno fatto la preparazione, mentre scendono in campo coloro che si sono aggregati dopo, anche questo ha provocato disorientamento. Poi si sa che, quando i risultati non arrivano anche talvolta per episodi sfortunati, subentra il nervosismo tra chi scende in campo, ci si becca dei cartellini rossi molto gratuiti e si compromettono le partite. La piazza inizia a contestare l’operato dell’allenatore, la società lo difende a spada tratta, e si vengono a creare le peggiori condizioni per lavorare. Dopo il tonfo interno con il Foggia, la contestazione della tifoseria ha iniziato a farsi sentire con maggiore impeto, e la reazione della squadra non c’è stata, così è stata presa, obtorto collo, la decisione di esonerare Catalano perché era l’unica soluzione visti i risultati disastrosi. Poi Messina è una piazza particolare, se non si sta ai vertici della classifica, allo stadio non si registrano più di 400 presenze”. Diciamo che qualche similitudine con la situazione del Sorrento la si può scorgere, scarse presenze allo stadio, troppe espulsioni per nervosismo, strutture inadeguate. Ma la tifoseria sarà sempre riconoscente a chi ha permesso al Messina calcio di non sparire: “La piazza difficilmente critica Lo Monaco che, per il fatto di aver salvato il Messina, è ormai considerato alla stregua di un totem. Diciamo che la società porta avanti una filosofia di andare il più possibile avanti con l’allenatore scelto ad inizio stagione, poi quando ci si trova in un vicolo cieco, si sceglie la situazione più semplice: il cambio di guida tecnica”. Ci siamo arrivati. Capitolo allenatore. Così come il Sorrento una settimana fa ha deciso per un ribaltone in panchina, lo stesso è capitato in casa siciliana, la scelta è ricaduta su un tecnico che, pedigree alla mano, qualche garanzia la fornisce: “Ritengo che Grassadonia fosse il migliore allenatore tra quelli disponibili a subentrare. Le referenze sono ottime, è uno che ha fatto bene proprio in Campania sulla panchina di Salernitana e Paganese. È consapevole di avere tra le mani una squadra scoppiata, ha detto di averla trovata anche moralmente a terra, sa bene che la società vuole puntare alla permanenza in Lega Pro, quindi, deve cercare di essere il valore aggiunto in un momento molto delicato. Non può fare miracoli, però, l’obiettivo è quello di risalire la classifica, altrimenti era anche inutile cambiare il tecnico. La prima mossa da fare è sbloccare la squadra mentalmente”. Infine una domanda secca ma diretta, era giusto fare il punto sulla situazione, il malcontento dei tifosi, le peripezie fisiche di alcuni attori importanti, il nuovo tecnico, ma non si può chiudere la conversazione senza chiedere cosa il Sorrento debba temere di questo Messina: “Difficile dirlo proprio alla viglia di questa partita, perché si riparte da zero. Finora è stata presa la decisione di rispettare in ogni partita la normativa dell’età media, ciò ha comportato anche esclusioni eccellenti di giocatori che avrebbero potuto dare un contributo maggiore in termini di esperienza. Anche per questo faccio fatica ad indicare un giocatore in particolare come la delusione, da uno come Ignoffo ci si può aspettare di più, da uno come Corona uno si aspetta che vada in gol quasi sempre, ma anche loro sono stati penalizzati. Chissà, forse, si è fatta questa scelta perché si sperava in un campionato più semplice che, invece, si è rivelato più difficile del previsto”.

Maurizio Longhi per TuttoSorrento.com

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