SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. È stato definito “il topo da biblioteca”. In effetti è così, Antonio Abbate sguazza negli archivi storici ricostruendo anche i dettagli di tutti i campionati disputati dal Sorrento dai primordi della sua nascita fino ai nostri giorni. Ha raccolto foto, articoli, tabellini, statistiche, una miniera d’oro per gli appassionati del calcio rossonero con cui, di tanto in tanto, condivide i reperti che custodisce con orgoglio. Il suo blog, PenisolaSport.it, è molto curato e aggiornato, durante la settimana è presente agli allenamenti e capta gli umori di squadra e staff tecnico. È sempre rimasto coerente su un pensiero oggetto di infiniti dibattiti: per lui Simonelli è una garanzia. E, nonostante le rimostranze della piazza, ha accettato di buon grado il ritorno del prof. di Saviano adducendo logiche ragioni alla sua posizione.

SBAGLIATO ESONERARE CHIAPPINO – Il pluralismo è alla base di confronti civili, soprattutto quando c’è credibilità e onesta intellettuale, al caro Antonio Abbate chiediamo subito il suo pensiero sul campionato del Sorrento. Meglio resettare tutto e concentrarsi sull’Arzanese o, con più accortezza e lucidità, si sarebbe potuto evitare la mannaia degli spareggi? “Ritengo che sia stato compiuto un mezzo miracolo per come si erano messe le cose. E penso che, se i soldi spesi per l’ingaggio di Simonelli fossero stati utilizzati per rinforzare la squadra a Chiappino, il Sorrento avrebbe potuto raggiungere lo stesso risultato se non fare addirittura qualcosa in più. È da apprezzare il lavoro del tecnico genovese , si poteva continuare con lui. C’è da dire, inoltre, che ha parecchie attenuanti, come il fatto di aver iniziato a lavorare con otto giocatori, la maggior parte dei quali sono anche sbarcati altrove, si diceva che i frutti del suo lavoro sarebbero venuti fuori dopo due o tre mesi, proprio quando è stato esonerato. Relativamente a chi gli è subentrato, be’ non si poteva scegliere tecnico migliore, Simonelli era il meglio che offriva la piazza. Mi spiace che la tifoseria gli vada contro, bisognava vederlo più come un nostro alleato invece di un nemico”. Ma, oltre al problema di una rosa priva di alcuni tasselli, cos’è che non ha funzionato nell’interregno di Chiappino? “Quella squadra capitolata per quattro partite consecutive, aveva più un blocco mentale che di gioco, sono convinto che, con gli acquisti adatti alla sua filosofia, anche Chiappino prima o poi avrebbe raggiunto i risultati. I soldi non mancano né alla società né agli sponsor, quindi, si poteva intervenire per soddisfare le richieste del tecnico”. Non v’è dubbio che con Simonelli, anche se gradualmente, c’è stata una crescita sotto il profilo del temperamento e dei risultati. La squadra è parsa più lucida e anche più prolifica, considerando le ultime partite. Qual è la ricetta del professore secondo Antonio Abbate? “E’ uno che alterna bastone e carota, vuole che il gruppo segua le sue direttive. È un maestro nel limitare le squadre avversarie, una dote che gli riconoscono molti colleghi tra cui Sarri, che ha sempre detto di aver avuto difficoltà contro di lui. Le sue squadre sono pratiche e concrete, badano molto alla sostanza più che alla forma. In allenamento, studia gli schemi sempre in base a chi affronterà la domenica, poi in campo vanno i calciatori e, se sbagliano i movimenti, lui può farci ben poco. E poi è uno che ha allenato tantissime squadre di Lega Pro arrivando quasi sempre fino in fondo, non è uno che ha collezionato esoneri, però, molte sue esperienze sono state macchiate dal tallone d’Achille dei play off. Come se ci fosse una maledizione, speriamo che questa volta le cose possano andare diversamente”.

STADIO E PROGETTO – Visto e considerato che il Sorrento ha comunque allestito una rosa in grado di potersi salvare direttamente, perché si è arrancato così tanto? Perché c’è voluto troppo tempo per trovare la quadratura del cerchio? Quanti e quali gli errori commessi? “Premettendo che sono stati acquistati giocatori di un certo livello, ma si è ripartiti da zero, con nuovi equilibri da trovare, un assetto da collaudare, richiedeva del tempo. In futuro, non bisognerà commettere lo stesso errore se, come tutti ci auguriamo, dovessimo conservare la categoria, la prima cosa da fare è confermare sia l’allenatore che un blocco importante della squadra, visto che siamo anche in ritardo rispetto a chi sta già pianificando il futuro. Altrimenti che facciamo? Perdiamo altri due o tre mesi a ricercare la compattezza giusta? Sarebbe assurdo ripetere sempre gli stessi errori. Un altro aspetto da sottolineare è che, se si decide di ingaggiare un cospicuo numero di ventenni, bisogna metterli in condizione di svolgere una vita da atleti, per farlo ci vuole controllo e sorveglianza. Il mio è un discorso generale figlio anche della passione del ciclismo dove vige la regola di educare ad una vita improntata a forme di alta professionalità a partire da una corretta alimentazione fino ad stile di vita sano”. Ma Antonio Abbate apre ad una questione che tiene banco da tempo: “L’errore più grande commesso da Gambardella è stato quello di costruire, per due anni, una squadra capace di lottare per la serie B senza un campo adeguato. La priorità andava e va data alla struttura di gioco, non si può essere ambiziosi senza uno stadio decente. Se non si dirime questa controversia, a Sorrento non si potrà mai fare calcio ad alti livelli. Il sindaco ha detto di voler riprendere la questione a fine campionato, ma che si faccia in fretta, se uno stadio è visto come un ostacolo perché intralcia il turismo, allora che lo si costruisca in un altro posto della costiera. Ma questo immobilismo è snervante e deleterio”.

FIDUCIA AI PORTERI – Nell’arco del campionato, ci sono stati momenti impregnati di fatalismo. Si pensava che tutto fosse ormai andato a ramengo, il rischio era quello di sbracare, di inabissarsi con diverse giornate di anticipo. Ma i costieri, di punto in bianco, hanno iniziato a macinare punti fino ad entrare nella zona spareggi: “Finché la matematica ci dava ancora speranze, ci ho sempre creduto. Come ci credevo dopo la vittoria proprio contro l’Arzanese, lo stesso l’hanno fatto proprio gli uomini di Marra, non si sono persi d’animo anche se, dopo quella sconfitta, erano quattro punti dietro al Sorrento. Così entrambe, dopo una rincorsa affannosa, sono riusciti a ritagliarsi un posto negli spareggi nonostante, ad un certo punto, sembrassero condannate alla retrocessione diretta”. Che il meglio debba ancora venire, lo sperano tutti i sorrentini ma è sempre interessante, anche prima di sfide delicate e decisive, fermare l’attenzione su alcune partite del campionato. Come quelle più convincenti e quelle completamente toppate: “Con il Cosenza è stato un capolavoro tattico estemporaneo. Squadra quadrata e compatta, determinata a non voler soccombere contro un’avversaria quotata che, sin dal principio del campionato, è stata nei primi posti. Quella meno brillante è stata sicuramente la sconfitta interna con il Messina, li si è pasticciato troppo contro una squadra che uscì dalla crisi e destabilizzò un Sorrento dopo il primo colpo esterno di Simonelli in casa del Tuttocuoio. Il ko contro i peloritani è stato più pesante del pari contro il Gavorrano, lì c’era l’attenuante del caso Soudant, i giocatori erano scossi e, loro malgrado, protagonisti di una vicenda gestita male tra società e ospedale”. Importante anche il bilancio degli interpreti in maglia rossonera. Nel calcio non ci sono regole, ci sono colpi di mercato che si rivelano dei flop mentre, chi passa a riflettori spenti, può rivelarsi una pedina intoccabile. Ecco il pensiero del collega: “Inizialmente scendeva in campo la controfigura di Catania, era un giocatore stralunato e impalpabile mentre, quando ha arretrato il suo raggio d’azione posizionandosi in mediana, è ritornato in grande spolvero tanto da risultare decisivo in alcune partite. Mi aspettavo di più anche da Chinellato, avevamo raccolto referenze lusinghiere sul suo conto, ma ha dimostrato ben poco. Non sono d’accordo sui giudizi negativi per i portieri, certo se li paragoniamo a Gegè Rossi non possono reggere il confronto ma, considerando la loro età, non credo che abbiano demeritato. Su Polizzi sento cose che non mi trovano d’accordo, per me ha sbagliato solo in due occasioni, contro il Messina in casa e a Martina Franca, ma sono errori che si vedono anche in categorie superiori, non determinano il valore di un estremo difensore. Per quanto concerne i migliori, troppo facile dire Maiorino e Villagatti, l’uno per il contributo in zona gol e non solo, l’altro è stato il perno della difesa. Peccato per i due attaccanti Musetti e Innocenti, quest’ultimo ha fatto bene nelle prime due partite poi si è infortunato, mentre l’ex Cremonese è già stato importante recuperarlo quando si pensava che non avrebbe più messo piede in campo. Speriamo che il meglio possano darlo in questi spareggi”. Parlando della prossima partita, quella di domenica allo stadio “Ianniello” di Frattamaggiore, si profilano scenari clamorosi: “Do un’anticipazione: dagli allenamenti pare che Simonelli adotterà il 3-5-2. Credo che avrà le sue ragioni per un cambio di modulo, probabilmente i tre centrali gli daranno più garanzie contro un attacco che, solitamente, si schiera a tre. Indipendentemente dalle questioni tecnico-tattiche, a questa sfida arriveranno bene entrambe, il Sorrento può avere quel pizzico di vantaggio di poter contare su due risultati su tre, almeno la prima partita. Per il resto, per quanto possa contare l’atteggiamento e lo spirito, ma sono gare determinate da episodi, se a Martina Franca fosse entrato il colpo di testa di Pantano, si sarebbe usciti indenni da quel catino con la consapevolezza di potersela giocare fino all’ultimo per la salvezza diretta. La sconfitta, invece, fece quasi calare il sipario su qualsiasi velleità di ottavo posto. Sono spesso gli episodi a fare la differenza”.

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