Rubrica a cura di Antonino Siniscalchi

Negli anni Settanta l’itinerario del tifo rossonero si sviluppava principalmente in piazza Tasso e dintorni, tra il ritrovo storico del Granbar Maresca, il Circolo Sorrentino e per un breve periodo (l’anno della promozione in serie B) al bar Colonna, attuale sede della Bottega del Gioiello.
Anelli di congiunzione di questo itinerario personaggi che hanno scritto pagine di storia della vita sorrentina di quegli anni e non solo. Andiamo con ordine. Al Granbar Maresca le chiacchiere sul Sorrento erano animate la domenica sera dalla Signora Titina, la prima a conoscere il risultato del Sorrento in trasferta (quante volte ricorrendo ai mitici gettoni ho telefonato per “dare” il risultato). In settimana, invece, il focus sulle vicende rossonere era concentrato sui commenti di Antonino e Gennaro Maresca, i mitici fratelli che hanno gestito con le rispettive mogli lo storico Granbar. Il primo si occupava direttamente della “pasticceria”, l’altro, invece, si dedicava alla produzione dei gelati. Quanti aneddoti, quante opportunità per ricordare quegli anni. Si parlava di calcio, ma non solo. Il Granbar Maresca rappresentava anche il riferimento più immediato di allenatori, calciatori e giornalisti al loro primo appuntamento con il Sorrento. In quest’ottica ricordo un articolo di Antonio Corbo sul Corriere dello Sport nel 1976 con il Sorrento allenato da Gino Raffin in corsa per la serie B. Raccogliendo una dichiarazione di Antonino Maresca, il famoso giornalista che ha spesso incrociato la penna con i colori rossoneri, concluse con un auspicio quanto mai attuale: «Il vecchio pasticciere sogna uno stadio nuovo, un mare di sfogliate e il ritorno del Sorrento in serie B…». Un sogno. Già, il sogno di un nuovo stadio si ripropone ora come allora.
Sempre in quegli anni ricordo un episodio simpatico tra Ernestino ‘o Marchese e Lauruccio ‘o Sciuraro, seduti nel piazzale del Circolo Sorrentino. A Sorrento aspettavano l’arrivo di Bruno Bolchi, l’allenatore rossonero del 1974-75. Un turista passeggiava sul corso Italia, Ernestino, buontempone, si rivolse a Lauruccio, credulone: «Ecco il nuovo allenatore del Sorrento»; Lauruccio non si perde d’animo e rincorre il turista. «Benvenuto al nuovo allenatore del Sorrento», esordisce Lauruccio. Il turista straniero meravigliato risponde: «I’m sorry…». Inutile aggiungere le risate dei Ernestino. Anche questo è il Sorrento. Al Bar Colonna, invece, l’anno della promozione in serie B, 1970-71, si concentravano gli appuntamenti di tutti i calciatori, riuniti attorno a Franchino Colonna.

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