SERVIZIO DI STEFANO SICA

Dopo la sentenza di fallimento pronunciata dal Tribunale di Torre Annunziata lo scorso 15 settembre, arriva anche la fine sportiva, con la relativa revoca del titolo, per il Sorrento calcio srl. Una pura formalità attesa oramai da qualche settimana e ratificata ieri tramite un comunicato ufficiale diramato dal Comitato Regionale Campania. Il Sorrento calcio figura infatti tra le 89 società dichiarate inattive dalla Figc insieme ad altri due club che hanno fatto la storia del calcio campano: Arzanese e Sibilla Soccer. Scompare anche la US Scafatese, che lo scorso anno aveva partecipato al campionato di Eccellenza cercando di insidiare, come aveva fatto in questi anni, la leadership cittadina della Scafatese 1922.

Appena il 16 settembre, giorno susseguente al fallimento del Sorrento calcio, la società, nella persona del nuovo amministratore unico Domenico Cuomo, aveva diffuso una nota nella quale assicurava l’iscrizione del sodalizio rossonero al campionato di Terza Categoria regionale, con relativa partecipazione ad un torneo di Calcio Femminile ad 11 e ad un altro di Calcio a 5. Si sosteneva con una certa perentorietà che si trattava di un “progetto caldeggiato dalla nuova proprietà”, teso a “risollevare le sorti del club arrivato al punto più basso della sua storia, causa delle bassezze perpetrate di questi personaggi, con l’appoggio di alcuni organi di stampa che continuano a manipolare la realtà dei fatti”. Nello stesso comunicato si rendeva nota l’intenzione di presentare “ricorso presso il Tribunale competente” contro la dichiarazione di fallimento, “resa in modo a dir poco superficiale dal tribunale oplontino”.

Superfluo aggiungere che nessuna di queste iniziative è stata portata a termine, come era abbastanza scontato con buona pace di ogni sospetto “complottista”: non è stato proposto alcun ricorso contro la dichiarazione di fallimento del Tribunale di Torre Annunziata (comunque da avanzare presso la Corte di Appello di Napoli e non negli uffici del “Tribunale competente”) nè tantomeno si è vista traccia di alcuna iscrizione del club ad un campionato Figc, neanche giovanile. Chiacchiere che, come era nell’aria, sono rimaste lettera morta nonostante l’ipotetico passaggio di proprietà dei cui responsabili non sono venuti mai a galla nomi, volti e progetti. Un teatrino stucchevole a cui ha messo la parola fine il Comitato proprio ieri. Totalmente destituita di fondamento anche la voce secondo cui il marchio del Sorrento calcio srl sarebbe stato alienato a terzi prima della dichiarazione di fallimento dello scorso settembre. Marchio che, va ribadito, è nella totale disponibilità del curatore fallimentare e sarà messo all’asta (ma non si prevedono tempi brevi).

A fare scalpore, tuttavia, è stata anche la scomparsa dell’Arzanese, che dal 1924 (anno della sua fondazione) aveva mantenuto sempre lo stesso titolo sportivo. Analogo a quello dei rossoneri il destino dei biancocelesti che, dopo aver prevalso sul Sorrento di Gianni Simonelli nella doppia semifinale play-out del 2014, furono sconfitti in finale dal Tuttocuoio e abbandonarono la Seconda Divisione. L’anno successivo arrivarono la retrocessione in Eccellenza col contestuale abbandono della famiglia Serrao, fino alla caduta in Promozione al termine dell’ultimo campionato.

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