Il suo Sorrento ha prodotto per oltre 60 minuti un buon calcio mostrando una spiccata convinzione mentale necessaria per chiudere quanto prima la pratica Positano. Logico che Mario Turi, tecnico dei rossoneri, si goda appieno questi tre punti anche se la strada verso la perfezione è ancora lunga.

RILASSAMENTO A META’ RIPRESA – “E’ stato un peccato prendere due gol sul 4-0. Eravamo anche in inferiorità numerica e ci voleva maggiore concentrazione fino alla fine senza cadere in questi cali di tensione. Il calcio è strano e lo abbiamo visto a Palma Campania. Per gli attaccanti è bello fare gol, ma è importante anche per i portieri e i difensori non subirne. Quindi una piccola tiratina di orecchie ci sta tutta. Una volta chiusa la partita, abbiamo pensato di poter giocare in modo diverso. Invece dovevamo comportarci alla stessa maniera: muovere palla coi quattro difensori e i due centrocampisti centrali, dando ampiezza coi due esterni offensivi. E bisognana trovare il buco giusto come del resto abbiamo fatto in occasione dei gol di Favetta e Scarpa. Invece ci siamo rilassati anche nella fase di possesso palla, oltre che di non possesso. Siamo diventati pigri e cercavamo questa giocata forzata su Scarpa e Savarese, anche col lancio lungo. Invece dovevamo proseguire nel palleggio corto per stare più vicini e riconquistare la palla nel caso l’avessimo persa”.

INVERSIONE VITIELLO-DI CAPUA – “E’ una soluzione che può essere riproposta. Abbiamo preso Vitiello per dargli le redini del gioco in mano ma, in questo momento, è il centrocampista che ha più corsa nelle gambe. Ragion per cui sarebbe anche sprecato tenerlo fermo davanti alla difesa. Aniello ci dà dinamismo, inserimento ed interdizione. L’ho provato in questa posizione per 45 minuti in Coppa col San Giuseppe: mi è piaciuto e l’ho riproposto in partita. Ho centrocampisti che possono ruotare nel ruolo senza che si perda la bussola del gioco. Sta salendo anche la condizione atletica e, con essa, l’autostima dei giocatori. E alcune giocate vengono più semplici”.

PROCESSO DI CRESCITA – “Dobbiamo ancora lavorare tanto perché, anche nel primo tempo, pur avendo mosso bene la palla, in alcune situazioni non abbiamo accorciato in modo efficace al limite della loro area. Il Positano è venuto senza giocare con un punto di riferimento davanti e, nel primo tempo, sia Di Leva sia Maione sono ripartiti troppo spesso in modo positivo. E parliamo di giocatori che hanno gamba e tecnica e che possono metterti sempre in difficoltà. Dobbiamo evitare che i nostri difensori vengano presi frontalmente come è capitato in almeno 2-3 situazioni nel primo tempo. In una di queste circostanze, è arrivata l’espulsione di Arpino anche se è stata quantomeno discutibile perché il pallone lo aveva arpionato in modo pulito. Il doppio giallo è stato anche eccessivo. Siamo comunque sulla strada giusta anche se per me la prestazione non è completa al 100% perché c’è da migliorare proprio in questo tipo di situazioni. Dobbiamo tenere quanto più possibile gli avversari vicini alla loro area accorciando bene coi centrocampisti. E poi non dobbiamo più distrarci neanche con un risultato largo”.

SU FAVETTA – “Nel primo tempo si è procurato una palla-gol che ha sciupato in modo clamoroso. Ma poi ha fatto una rete che dimostra tutte le sue qualità da categoria superiore. E’ stato un gol di tecnica e di potenza, da attaccante vero. E’ un ragazzo giovane che ha bisogno di fiducia. A prescindere dalla precisione sotto porta, lavora molto per la squadra in fase di non possesso. Fa un pressing continuo e viene sempre sotto la linea della palla”.

LA STRADA VERSO LE GARE CON CERVINARA ED EBOLITANA – “Il Sorrento che voglio probabilmente non lo avrò neanche all’ultima giornata. Nel momento in cui ci adagiamo, iniziamo a sbagliare. Questa è una squadra che deve provare costantemente a migliorarsi ed a crescere fornendo prestazioni sempre più convincenti. E’ chiaro che, più il tempo passa, maggiormente potremo oliare certi meccanismi perché ci sono tanti giocatori nuovi. Magari Marcucci va servito in un modo, Favetta in un altro. Conoscendoci, sarà sempre più facile giocare insieme”.

PRECISIONE SULLE PALLE INATTIVE – “Questo è un aspetto positivo perché di schemi su calci piazzati ne proviamo tanti in allenamento. Lo stesso Terracciano si esercita molto sulle punizioni e certi riscontri positivi fanno piacere perché così viene premiato il lavoro settimanale”.

DIFFERENZE COL SORRENTO DELLA RECENTE STAGIONE – “Parliamo di due squadre con grande qualità, sebbene con caratteristiche totalmente diverse. Questo è un gruppo molto più compatto, che sa lavorare insieme in fase di non possesso. L’anno scorso avevamo dei singoli che magari preferivano riposarsi nella fase passiva anche se erano estremamente efficaci quando avevano la palla tra i piedi. Ciò che accomuna le due formazioni è la qualità dei giocatori a disposizione. Le ambizioni di vittoria della società collimano con le mie. Altrimenti il club non sarebbe andato a caccia di un titolo di Eccellenza e io stesso avrei potuto scegliere di andare a fare esperienza altrove. La consapevolezza di avere alle spalle una società disposta a mettermi a disposizione un gruppo forte, è stato fondamentale per farmi decidere di restare”. (FOTO DI ROSARIO CRISCUOLO)

 

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