SERVIZIO DI STEFANO SICA

Otto minuti di fuoco per ribaltare il proprio destino. Così la Palmese ha messo sotto il Sorrento condannandolo ad una sconfitta amara ed inaspettata. Una bella soddisfazione per il tecnico rossonero Salvatore Soviero, che si coccola i suoi pur ammettendo che c’è ancora tanto da lavorare per il raggiungimento della piena condizione atletica da parte di tutto il gruppo.

TRE PUNTI ALL’ULTIMO RESPIRO – “L’anno scorso c’era stato un predominio più lineare del Sorrento. Stavolta abbiamo preso gol sull’unica occasione concessa quando pensavamo di poterci portare a casa il pari. Abbiamo perso D’Aniello prima della partita e siamo stati costretti a cambiare l’assetto della squadra. Si è raggiunto il pareggio con un gol che avrebbe fatto parlare anche in serie A: la palla si è abbassata sul secondo palo ed era imprendibile per qualsiasi portiere. Abbiamo chiuso con cinque under, attaccando con quattro punte. I ragazzi si sono calati in una certa mentalità e, sull’1-1, abbiamo avuto un paio di palle-gol importanti, sbagliando anche qualche appoggio di troppo”.

ESORDIO POSITIVO DI BABU’ – “Ci ho giocato insieme e conosce il mio carattere: sa che con me bisogna dare tutto. Quando ho capito che non ne aveva più, ho preferito mettere un ragazzo che poi si è comportato bene. Ora dobbiamo trovare una buona condizione perché è solo una settimana che stiamo tutti insieme. Una parte non sta fisicamente al top. I ragazzi invece sono tutti ben allenati perché corrono dall’inizio alla fine e non è facile oggi trovare un ’97 o un ’98 che, appena entra, riesce a calarsi subito in una mentalità vincente. Siamo partiti in ritardo ma la condizione man mano arriverà per tutti”.

UNA VITTORIA PER RESPIRARE – “E questo compensa la sconfitta alla prima partita casalinga quando ci siamo fatti gol da soli. Col Sorrento un po’ di fortuna ci stava. Non ho dovuto motivare granché i miei dopo queste prime due sconfitte in campionato in quanto questa partita esulava da qualsiasi contesto: il Sorrento è una squadra titolata che partiva con determinate ambizioni”.

OBIETTIVI – “Ci dobbiamo salvare come facciamo ogni anno. Nell’ultima stagione ci siamo riusciti puntando anche su qualche giovane. Si è creato un buon gruppo ed è stato normale che quei sei calciatori attorno ai quali girava la squadra, abbiano avuto richieste più importanti con ingaggi anche raddoppiati. Era molto difficile trattenerli”.

SUL SORRENTO – “L’anno scorso aveva più peso come collettivo e ha ceduto solo sul filo di lana. Il Sorrento poteva vincere a Nocera e non l’ha fatto solo a causa di un rigore inventato. Con quei tre punti magari avrebbe vinto il campionato. Per vincere bisogna calarsi nella mentalità giusta anche perché il Sorrento troverà molti campi come quello di Palma. Tutti li aspetteranno per fare la partita della vita. E poi è sempre bello battere una squadra blasonata, che ha una storia come, comunque, l’abbiamo anche noi con i nostri oltre 100 anni di vita”.

ESULTANZA SUL 2-1 E CAMICIA A PEZZI – “Basta poco per instaurare una certa sintonia con i giocatori, non è che devi metterci una vita o stare sempre a spiegare. Mi sono bastati 15 giorni per creare un certo tipo di rapporto con questi ragazzi. Può sembrare una frase retorica, ma ho fatto oltre 500 partite tra i professionisti e penso di avere una certa esperienza in questo campo. Uno come Babù, per esempio, lo tratto come lo trattavo quando giocavo, al di là di dare dei consigli. Questo alla fine viene apprezzato dal gruppo”.

Commenti

commenti